Vaiolo delle scimmie, Oms: “casi in 8 Paesi europei, destinati ad aumentare”

I casi recenti di vaiolo delle scimmie in Europa "sono atipici per diversi motivi", ha detto Hans Kluge, direttore dell'Oms Europa
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Casi di vaiolo delle scimmie sono stati riportati, al momento, in almeno 8 Paesi in Europa: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. “Nella regione europea stiamo entrando nella stagione estiva, con raduni di massa, festival e feste: temo che la trasmissione possa accelerare, poiché i casi attualmente rilevati sono legati all’attività sessuale e i sintomi non sono familiari a molti”, ha sottolineato Hans Kluge, direttore dell’Oms Europa, che sta “lavorando a stretto contatto con i Paesi colpiti per esaminare ulteriormente i casi registrati e determinare la possibile fonte d’infezione, in che modo il virus si sta diffondendo e come evitare ulteriori contagi”, oltre a “dare indicazioni” e “facilitare lo scambio di informazioni fra i Paesi e le reti sanitarie”.

I casi recenti di vaiolo delle scimmie in Europa “sono atipici per diversi motivi. Tutti i casi recenti tranne uno non hanno una storia di viaggi rilevante verso aree in cui il vaiolo delle scimmie è endemico, nell’Africa occidentale o centrale. La maggior parte dei casi all’inizio è stata rilevata attraverso i servizi di salute sessuale, in uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Infine, il fatto che siano diffusi in Europa e oltre suggerisce che la trasmissione potrebbe essere in corso da tempo“, ha aggiunto Kluge, che invita a “non discriminare e non stigmatizzare in alcun modo le persone che hanno contratto il vaiolo delle scimmie”.

Vorrei sottolineare – aggiunge Kluge – che la maggior parte dei casi attualmente oggetto di indagine in Europa è finora lieve. Il vaiolo delle scimmie è solitamente una malattia autolimitante e la maggior parte delle persone infette guarirà entro poche settimane senza trattamento. Tuttavia, la malattia può essere più grave, specialmente nei bambini piccoli, nelle donne in gravidanza e negli individui immunocompromessi“.

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