Una nuova analisi di esemplari fossili di Vampyronassa rhodanica – un’antica specie di cefalopode imparentata con polpi, calamari e seppie – ha scoperto come l’animale potrebbe essersi ben adattato per cacciare attivamente le prede in mare aperto. L’articolo, pubblicato su Scientific Reports, rivela che la specie probabilmente aveva ventose in grado di trattenere la preda, a differenza del suo discendente moderno, il calamaro vampiro, che si nutre di materia organica alla deriva.
Si pensa che Vampyronassa rhodanica sia uno dei parenti più antichi del calamaro vampiro moderno (Vampyroteuthis infernalis), che vive in ambienti oceanici estremamente profondi, lontano dalla costa, spesso con poco ossigeno. Tuttavia, si sa meno sulle caratteristiche fisiche di V. rhodanica poiché il corpo si trova raramente fossilizzato poiché è in gran parte formato da tessuti molli.
Alison Rowe e colleghi hanno utilizzato una tecnica di imaging 3D non distruttiva per rianalizzare fossili di V. rhodanica ben conservati da La Voulte-sur-Rhône (Ardèche, Francia) risalenti a più di 164 milioni di anni fa. Gli esemplari a otto braccia erano piccoli, misuravano circa 10 cm di lunghezza, e avevano corpi allungati di forma ovale con due piccole pinne.
Simile al moderno calamaro vampiro, le ventose di V. rhodanica probabilmente non erano dentate. Tuttavia, a differenza del calamaro vampiro, gli esemplari fossili mostravano la presenza di robusti polloni sulla punta di due lunghe braccia dorsali specializzate. Basandosi su specie moderne simili, gli autori propongono che V. rhodanica abbia utilizzato questi polloni per creare una tenuta stagna, producendo una forza di aspirazione sicura. Gli autori suggeriscono che questi polloni avrebbero anche aiutato la manipolazione e la ritenzione della preda.
Secondo gli autori l’animale sarebbe stato fornito di ventose muscolari su ciascuna delle braccia e appendici sensoriali coniche per catturare la preda, e questo suggerisce che V. rhodanica fosse un cacciatore predatore attivo. Ciò è in contrasto con il suo discendente più ‘passivo’, il calamaro vampiro, che si è adattato a uno stile di vita a bassa energia e nelle profondità oceaniche.