Le scoperta risale al 2010, quando gli archeologi hanno trovato una tomba medievale datata VII-VIII secolo d.C., ad Imola. Nelle ultime settimane l’incredibile rinvenimento è tornato alla ribalta delle cronache, dopo un articolo in merito pubblicato su una rivista francese. All’epoca, la scoperta affascinò un gran numero di ricercatori, in quanto la sepoltura ospitava il corpo di una donna con le ossa di un feto tra le gambe. Ma non solo: la defunta presentava un evidente trauma cranico.
Una scoperta affascinante e inquietante
A febbraio 2018, i ricercatori delle Università di Ferrara e Bologna hanno pubblicato un’analisi delle ossa sulla rivista medica “World Neurosurgery”. I risultati hanno rivelato che la madre aveva tra i 25 ei 35 anni. Gli specialisti hanno misurato anche la lunghezza del femore del feto: aveva 38 settimane. La testa e la parte superiore del corpo del bambino sono state trovate sotto la cavità pelvica della donna, mentre le ossa delle gambe erano ancora dentro. Questa posizione indica che il bambino stava quasi per nascere: si tratta di un raro caso di espulsione del feto post mortem o di parto nella bara.
Quando una donna incinta muore, il gas di decomposizione si accumula nel corpo, spiega il bioarcheologo Siân Halcrow dell’Università di Otago (Nuova Zelanda). Il risultato è che questo ‘trabocco’ causa un’espulsione forzata del feto.
La defunta probabilmente soffriva di preeclampsia
Il team di ricerca ha anche esaminato le cause della morte della madre. Come accennato in precedenza, quest’ultima presentava una piccola ferita di 5 mm di diametro sulla sommità della fronte. Per gli scienziati, questo segno significa che la donna è stato sottoposto a trapanazione, un’operazione che consisteva nel praticare un foro nella scatola cranica per estrarre i tumori. La giovane sarebbe morta una settimana dopo il suo intervento.
Sempre secondo i ricercatori italiani la trapanazione è stata eseguita sulla paziente perché quest’ultima soffriva di preeclampsia, malattia tipica di molte gravidanze, caratterizzata da convulsioni causate da ipertensione arteriosa intracranica. “Poiché la trapanazione era una volta utilizzata nel trattamento dell’ipertensione per ridurre la pressione sanguigna nel cranio, abbiamo ipotizzato che questa lesione potesse essere associata al trattamento del disturbo ipertensivo della gravidanza“, hanno spiegato gli esperti. Sfortunatamente, madre e figlio non sono sopravvissuti.