La produzione mondiale di pomodori destinati alla trasformazione industriale è concentrata in un ristretto numero di regioni dove il cambiamento climatico potrebbe avere un notevole impatto sull’approvvigionamento futuro, si legge in uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto da un gruppo internazionale coordinato da Domenico Ronga dell’Università di Salerno e guidato da Davide Cammarano della Aarhus University in Danimarca. Lo studio prevede che la produzione nei principali Paesi produttori (Stati Uniti, Italia e Cina, che rappresentano il 65% della produzione mondiale) diminuirà del 6% entro il 2050 rispetto al periodo di riferimento 1980-2009.
La riduzione della produzione di pomodoro è dovuta a un previsto aumento della temperatura dell’aria. “Questo è il primo studio che valuta l’impatto del cambiamento climatico sul pomodoro da industria sui tre più grandi produttori al mondo, ovvero Stati Uniti, Italia e Cina, che insieme rappresentano il 65% della produzione globale”, spiega Cammarano. I ricercatori hanno valutato l’andamento dei raccolti in caso di emissioni di gas serra contenute, alte o molto alte: per ciascuno scenario, hanno considerato cinque modelli climatici che prevedono diversa temperatura e piovosità.
Dai risultati emerge che la California e l’Italia saranno le aree più colpite. Nel nostro Paese, in particolare, per ogni grado di aumento della temperatura, la produzione calerà in media di 0,4 tonnellate per ettaro nel Foggiano e di 0,3 tonnellate per ettaro in Emilia Romagna, con proiezioni ancora più preoccupanti (e incerte) al 2100. La California e l’Italia potrebbero non essere in grado di sostenere gli attuali livelli di produzione di pomodoro destinato alla trasformazione industriale a causa dei limiti delle risorse idriche. Per contrastare gli effetti delle alte temperature, cercando di mantenere gli attuali livelli produttivi, sarà necessario irrigare di più, ma questo non sempre sarà possibile e pertanto gli attuali areali vocati alla coltivazione del pomodoro da industria potrebbero cambiare.
Le regioni produttrici più fredde, come la Cina e le parti settentrionali della California, aumenteranno il loro vantaggio competitivo. I cambiamenti ambientali previsti indicano che le principali regioni di coltivazione dei pomodori destinati alla trasformazione industriale potrebbero cambiare nei prossimi decenni.
Secondo le proiezioni di questo studio, i cambiamenti climatici rappresentano un significativo problema per l’industria di trasformazione del pomodoro, entro i prossimi 30 anni l’Italia, ad esempio, non sarà più in grado di produrre pomodoro in modo sostenibile, creando grossi problemi all’intera filiera. Lo studio mette in luce che intensi sforzi a livello multidisciplinare sono richiesti per cercare di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla coltivazione del pomodoro da industria, salvaguardando interi comparti e filiere che attualmente sono strategiche per i Paesi investigati nello studio.