Entrerà in scena ufficialmente in autunno il nuovo Data center del Centro meteo europeo realizzato a Bologna. Il 18 ottobre è infatti in programma la prima previsione operativa fatta grazie al supercomputer installato nel Tecnopolo felsineo, al posto di quello in via di dismissione a Reading, in Inghilterra, che dovrebbe essere spento entro la fine dell’anno. Ogni giorno il supercomputer del Centro meteo raccoglie 800 osservazioni diverse da satelliti, sonde, radar e stazioni meteo di vario tipo, ha spiegato Andrea Montani dell’ECMWF, questa mattina al ‘Data center innovation day’ in corso al Palazzo dei Congressi di Bologna. Tutti questi dati vengono poi elaborati insieme per produrre non una ma diverse previsioni, per capire quale scenario è il più probabile.
È in corso, inoltre, il trasloco a Bologna dell’intero archivio del Centro meteo europeo, il più grande in campo climatologico al mondo. Una parte dei dati sarà trasferita via cavo, mentre un’altra parte è costituita da nastri che saranno trasportati via camion nelle prossime settimane. In gergo tecnico si parla di una memoria da 350 Petabyte (un Pb corrisponde a un milione di giga). “Se tutti questi dati fossero scritti sulla carta, mettendo tutti i libri in fila si potrebbe andare da Bologna al Canada, e ritorno“, spiega Montani.
Nella nuova sede del Centro meteo europeo sono al momento al lavoro 25 persone, che diventeranno 35 entro la fine dell’anno e 50 l’anno prossimo. A fine giugno, a Bologna è in programma anche la riunione di tutti i Paesi membri del Centro meteo europeo, per la prima volta in presenza nella sede del nuovo Data center.
Di fianco al Data center del Centro meteo europeo, sempre al Tecnopolo di Bologna, troverà casa anche il nuovo supercomputer Leonardo del Cineca, uno strumento di classe ‘pre-exascale’, in grado di compiere fino a 150 milioni di miliardi di calcoli al secondo. A luglio inizierà l’installazione delle macchine, che dovrebbe durare circa 120 giorni. A novembre è prevista la fase di collaudo, mentre la fase di pre-produzione dovrebbe iniziare a gennaio 2023. Ma il Cineca guarda già oltre. “Siamo al lavoro per il supercomputer che verrà dopo Leonardo“, conferma il Presidente del Cineca, Francesco Ubertini. Nelle settimane scorse, intanto, il consorzio ha risposto a una call europea per l’upgrade di Leonardo, che vale un investimento di ulteriori 50 milioni di euro, in modo che “duri qualche anno in più“, dice Ubertini.
Ma la previsione è portare a Bologna, a cominciare dall’anno prossimo, anche un “computer di tipo quantistico da affiancare a Leonardo – annuncia il Presidente del Cineca – per prepararci a quello che accadrà dopo la prossima generazione di supercomputer“. Dopo la classe pre-exascale, a cui appartiene Leonardo, sono già in fase di sviluppo e pronti ad entrare in funzione anche le macchine di classe ‘exascale’, con una potenza cioè di un miliardo di miliardi di calcoli al secondo. Dopodiché, spiega Ubertini, si parla di supercomputer post-exascale e, da questo punto di vista, “si potrebbe aprire una nuova stagione di computer ibridi con componenti quantistiche”, indica il Presidente del Cineca.