La Cina trova l’uranio a una profondità “impossibile”

Le autorità nucleari cinesi affermano che i loro ricercatori hanno scoperto ricchi giacimenti di uranio a 3.000 metri nelle profondità della Terra
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Dopo quattro anni, il progetto incentrato sull’esplorazione profonda di una base di uranio idrotermale nel sud della Cina ha raggiunto un importante passo avanti nell’innovazione teorica della metallogenesi deep-source del minerale di uranio idrotermale, segnando un nuovo livello di ricerca scientifica e ricerca mineraria per l’uranio idrotermale in Cina.

L’uranio, un elemento metallico radioattivo estremamente raro, è un’importante materia prima per l’industria nucleare. Il progetto, guidato dalla China National Nuclear Corporation (CNNC), è un programma chiave di ricerca e sviluppo nazionale per l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse della terra profonda.

Già nel 2020, il progetto ha compiuto importanti progressi nell’esplorazione di minerali, compreso il minerale di uranio industriale più profondo della Cina, trovato a 1.550 metri di profondità. Ora il progetto ha proposto che il minerale di uranio idrotermale provenga dalla Terra profonda, con formazione ad una profondità di 3.000 metri (sei volte più profonda della maggior parte delle miniere di uranio del Paese). La scoperta, inoltre, aumenta di 10 volte la riserva totale stimata della Cina a oltre due milioni di tonnellate, mettendola alla pari con l’Australia, uno dei Paesi più ricchi di uranio del mondo, secondo gli scienziati coinvolti nel progetto.

Questa idea ha infranto le teorie tradizionali secondo cui la formazione del minerale avviene principalmente a basse profondità, il che ha fornito una base teorica per trovare il minerale di uranio in profondità. Secondo le autorità nucleari cinesi, Li Ziying, direttore del Beijing Research Institute of Uranium Geology, e colleghi hanno scoperto che l’uranio potrebbe salire direttamente dal mantello e rimanere intrappolato in piccoli “hotspot” a diverse migliaia di metri sotto terra durante alcune massicce collisioni tettoniche.

Inoltre, il progetto ha sviluppato con successo il primo sistema di registrazione della spettrometria di energia gamma a una profondità di 3.000 metri con resistenza alle alte temperature e alle alte pressioni, fornendo apparecchiature tecniche chiave per l’esplorazione profonda dell’uranio.

La scoperta è una buona notizia geostrategica per la Cina. La fornitura cinese di uranio dipende in gran parte dall’estero (Australia, Kazakistan e Canada in particolare), mentre circa un terzo proviene dalle proprie miniere.

La Cina ha intensificato gli investimenti nel nucleare per favorire la decarbonizzazione. Il fabbisogno di uranio della Cina è in espansione, con la sua fornitura di energia nucleare in aumento più velocemente di qualsiasi altro Paese al mondo, con sette o otto nuovi reattori costruiti ogni anno. Secondo un rapporto inviato al Global Times, S&P Global prevede che entro il 2035 la capacità operativa nucleare cinese raggiungerà i 145 gigawatt, pari al 10% della sua capacità totale di generazione di elettricità. Il Paese promuoverà anche lo sviluppo di nuove tecnologie e progetti dimostrativi per i reattori di quarta generazione e i piccoli reattori modulari, nel tentativo di raggiungere i suoi obiettivi legati al clima, ha affermato la società.

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