Energia, Cingolani: “il gas non manca, la crisi è del mercato”

I prezzi salgono "non perché manca il gas, ma perché qualcuno ha deciso di farci pagare di più"
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In questo momento abbiamo una crisi del gas che però non è una crisi fisica, ma del mercato“, i prezzi salgono “non perché manca il gas, ma perché qualcuno dietro una tastiera ha deciso di farci pagare di più e su questo nessuno sta facendo abbastanza“: è quanto ha affermato il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo all’assemblea di Elettricità Futura. “Leggo che c’è chi sostiene che questo è il mercato libero e che non va perturbato. Non capisco cosa dovrebbe fare di peggio” prima di intervenire, ha proseguito. Come governo italiano “noi abbiamo proposto il price cap europeo. E pian piano è uscito come unica soluzione sostenibile, almeno per rasare i picchi dei prezzi“.

Più acceleriamo sulle rinnovabili più riduciamo la dipendenza dal gas. Bisogna disaccoppiare la borsa del gas da quella termoelettrica, è uno scempio che vado a produrre con idroelettrico e poi devo lavare come per il gas,” ha dichiarato il Ministro. “Dobbiamo liberarci dalla dipendenza dal gas russo. Abbiamo fatto un errore gravissimo nel 2000, quando il 22% del gas era prodotto da giacimenti italiani, è vero che facevamo le trivelle, ma creavamo lavoro in Italia, utilizzando noi il nostro gas. Abbiamo deciso di ridurre la produzione, corretto per l’ottica ambientale, ora produciamo solo il 3% del nostro gas. Peccato però che abbiamo sempre 76 miliardi di produzione, abbiamo ridotto il nostro gas perdendo posto di lavoro e comprandolo da fuori, economicamente ci siamo dati la zappa sui piedi“.

Oggi c’è la corsa sulla diversificazione, trovare gas altrove rispetto alla Russia. 30 miliardi da rimpiazzare sostituiti con 25 miliardi è il primo passo perché non vogliamo mollare sul programma della decarbonizzazione. I 5 miliardi che mancano, circa il 17%, ci consentiranno di accelerare con le rinnovabili a più non posso nell’ottica di un risparmio energetico,” ha proseguito Cingolani.

L’acqua non c’è ma il gas sì, sono due crisi diverse“, perché “in questo momento la crisi del gas non è fisica, non manca, è una crisi di mercato“, però “la politica dell’acqua non è scollegata da quella dell’energia“. A causa della siccità “si stanno fermando alcune centrali idroelettriche“, mentre “alcune termiche rallentano perché non è possibile raffreddarle“.

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