“La situazione sta peggiorando. I rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento sono piu’ alti che mai. Sono 12 i Paesi membri colpiti dalle riduzioni da Gazprom e alcuni non hanno piu’ alcun tipo di fornitura di gas dalla Russia. Questi tagli sono parte di una strategia deliberata di Gazprom per infondere incertezza, destabilizzare il mercato europeo e impedire un riempimento degli stoccaggi. Questo aumenta i prezzi e mina la sicurezza di approvvigionamento”. Lo ha dichiarato il Commissario europeo all’Energia, Kadri Simson, in conferenza stampa al termine del Consiglio Energia a Lussemburgo.
“Sapevamo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che un’interruzione molto grave” del gas russo “e’ possibile, ora sembra probabile”. “Gazprom ha gia’ annunciato una manutenzione del Nord Stream 1 dall’11 al 21 luglio. Non si possono escludere ulteriori decisioni da parte della Russia di escludere arbitrariamente Paesi o societa'”, ha evidenziato.
“I rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento non sono immediati. Il sistema gas europeo ha reagito e finora è stato in grado di risolvere i tagli“, tuttavia “è importante che tutti i Paesi continuino ad alimentare lo stoccaggio nonostante la riduzione del flusso di gas, è probabile che le cose diventino più impegnative nei prossimi mesi. Abbiamo bisogno di un ulteriore margine di sicurezza per passare l’inverno anche in caso di interruzione dell’approvvigionamento di gas russo. Questo è il motivo per cui ho proposto ai Ministri sei azioni chiave che insieme formerebbero il piano d’azione per la preparazione all’inverno”, ha aggiunto. Piu’ solidarieta’ tra gli Stati e piu’ risparmi energetici sono necessari a fronte di una “situazione della sicurezza dell’approvvigionamento” di gas “che si sta deteriorando“. Gli Stati, ha detto Simson, dovrebbero fare di piu’ per “diversificare le fonti di approvvigionamento energetico evitando di competere gli uni con gli altri”, “migliorare coordinamento e monitoraggio”, “sostituire il gas” possibilmente “aumentando le rinnovabili”, “accelerare gli sforzi per ridurre i consumi energetici del 5%”, aggiornare i piani di emergenza nazionali e concludere piu’ accordi di solidarieta’ tra gli Stati “perche’ al momento ce ne sono solo sei e questo non e’ sufficiente”. Tutto questo in attesa, in luglio, della presentazione del piano della Commissione europea sulla riduzione coordinata della domanda.
“Un altro memorandum, per preparare il terreno al raddoppio della capacita’ del Trans Adriatic Pipeline (Tap), e’ in fase di negoziazione con l’Azerbaigian”, ha annunciato Simson.
Ok al taglio dei consumi del 9% entro il 2030
Via libera dei Ministri europei dell’Energia alla proposta della Commissione Ue di ridurre i consumi energetici di almeno il 9% entro il 2030 rispetto al 2020. L’obiettivo corrisponde a un consumo complessivo finale massimo di 787 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno, in calo del 36% rispetto alle proiezioni per il 2030 eseguite nel 2007. Ciascun Paese dovra’ stabilire contributi nazionali indicativi, che la Commissione esaminera’ e correggera’ se il target Ue non sara’ rispettato. Il testo, parte del pacchetto Fitfor55, sara’ ora oggetto di negoziato tra le istituzioni Ue (Commissione, Consiglio e Parlamento).
I Ministri dell’Energia europei riaffermano l’obiettivo di raggiungere il 40% di rinnovabili nel mix energetico Ue entro il 2030. Il compromesso, raggiunto al Consiglio Energia in corso a Lussemburgo, si oppone alla proposta della Commissione Ue di aumentare il target al 45% contenuta nel maxi piano RePowerEu per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi. L’attuale target al 2030 e’ fissato al 32%. Il testo – che dovra’ ora essere negoziato con Parlamento e Commissione – prevede che i Paesi aumentino i contributi stabiliti nei piani nazionali integrati per l’Energia e il clima (Pnec), da aggiornare nel 2023 e nel 2024.