Ci sono posti, sulla Terra, dove ci si può sentire su un altro pianeta. Posti selvaggi e spesso quasi inesplorati, posti remoti e difficilmente raggiungibili. Ma c’è uno di questi posti che non è poi così lontano e inaccessibile: è l’Etna, ovvero il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica. “Idda“, come lo chiamano i siciliani, è una “muntagna” che incute timore e rispetto, ma allo stesso tempo scalda e abbraccia i comuni che le sono sorti intorno.
E proprio l’Etna è stata scelta per i test della missione Arches, con l’utilizzo di lander e robot per le esplorazioni spaziali testati dall’ESA. E’ stata una giornata storica per il vulcano siciliano, che ha fatto da banco di prova per operazioni che, in un futuro non molto remoto, saranno effettuate sulla Luna, o su Marte. E noi di MeteoWeb c’eravamo. Eravamo lì, gomito a gomito con i ricercatori dell’agenzia spaziale tedesca e dell’Esa. Li abbiamo visti svolgere i test come se fossero sul suolo lunare; li abbiamo visti emozionarsi, come nel caso dell’astronauta Thomas Reiter, che dopo aver visto decine di volte l’Etna dallo Spazio, era al settimo cielo perché finalmente poteva calpestarne il suolo, molto simile a quello lunare.
Insieme a loro, ci siamo inevitabilmente emozionati anche noi. Perché poter assistere ad una sperimentazione simile non è certo un evento ordinario; inoltre, i test così come sono stati svolti sono unici nel loro genere: una location d’eccezione come l’Etna, che ospita una dimostrazione così importante per il futuro della ricerca spaziale è un evento più unico che raro. E l’orgoglio di esserci in quel momento, è una sensazione che resta piacevolmente ancorata ai nostri occhi, al nostro cuore, alla nostra mente.
I test condotti oggi alle pendici dell’Etna saranno indispensabili per l’esplorazione spaziale: il progetto Arches, di cui la dimostrazione fa parte, prevede proprio l’invio sulla Luna e su Marte di astronauti che a distanza potranno guidare i robot per esplorare i pianeti ancora sconosciuti. E oggi, ai giornalisti italiani, è stata data l’opportunità di vedere come tutto questo accadrà concretamente.
Potrà sembrare quasi un paradosso o una contraddizione in termini, ma oggi abbiamo avuto le prove che la scienza può, e deve, essere anche emozione. La scienza, percepita in maniera così lontana dal ‘sentire comune’, dovrebbe invece entrare a far parte della nostra vita quotidiana e fare da spinta propulsiva vero il futuro. Perché è una delle massime espressioni dell’intelligenza umana: siamo perché pensiamo, e chi meglio ce lo può dimostrare se non uno scienziato che porta a termine un risultato storico?