Evidenze di acqua sulla superficie lunare da spettri in situ e campioni di Chang’E-5

Un nuovo studio ha analizzato i dati e i campioni lunari riportati a Terra della sonda cinese Chang'E-5
MeteoWeb

Un’ampia gamma di evidenze indica la presenza di acqua sulla superficie lunare da una varietà di potenziali fonti. Determinare la distribuzione spaziale e le caratteristiche temporali dell’acqua e delle sue fonti è la chiave per comprendere l’evoluzione dell’oceano di magma lunare, il contenuto volatile del mantello, la storia di bombardamento e le interazioni tra il vento solare e la superficie lunare. Il rilevamento dell’acqua sulla Luna è considerato una delle scoperte più importanti nella scienza planetaria e una pietra miliare cruciale per la ricerca scientifica lunare. L’acqua lunare non è solo una chiave importante per la formazione e l’evoluzione della Luna stessa, ma fornisce anche informazioni significative sull’evoluzione del sistema solare. Inoltre, la sua presenza dovrebbe fornire supporto per le future risorse lunari umane in situ”, si legge in uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, in cui sono state mostrate le osservazioni spettrali in situ della sonda cinese Chang’E-5 e dei campioni lunari riportati a Terra.

In generale, sono state proposte molte fonti diverse per l’acqua rilevata sulla Luna, inclusa acqua locale, vento solare e impatti di meteoriti o comete. Il sito di atterraggio di Chang’E-5 si trova in una delle più giovani unità di flusso di lava estrusivo sulla Luna. “I nostri risultati mostrano che il contenuto di idrossile dei suoli lunari nel sito di atterraggio di Chang’E-5 ha un valore medio di 28,5 ppm, che è all’estremità debole delle caratteristiche di idratazione lunare. Ciò è coerente con le previsioni del telerilevamento e con i dati dei telescopi a terra. L’analisi di laboratorio dei campioni restituiti da Chang’E-5 fornisce anche indizi critici sulle possibili fonti di questi contenuti di idrossile. Un contenuto di vetro molto meno agglutinato suggerisce un debole contributo del vento solare. Inoltre, l’apatite (minerale basaltico, ndr) presente nei campioni può fornire contenuti di idrossile nell’intervallo da 0 a 179 ± 13 ppm, il che mostra prove convincenti che l’apatite contenente idrossile può essere una fonte importante per l’eccesso di idrossile osservato in questa regione”, scrivono i ricercatori.

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