Gazprom riduce ancora i flussi di gas verso l’Europa. La Russia: “sanzioni hanno bloccato transizione verde”

Dalla Russia arriva sempre meno gas in Europa: i prezzi continuano a lievitare e si bloccano i processi della transizione energetica
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Gazprom ha annunciato che le forniture di gas verso l’Europa attraverso il punto di ingresso di Sudzha in Ucraina hanno registrato una riduzione e si attestano a 41,4 milioni di metri cubi rispetto ai 41,9 milioni di metri cubi di ieri. Secondo quanto scrive Reuters, Gazprom ha fatto richiesta di fornire gas da un altro punto di ingresso, quello di Sokhranovka, ma la richiesta è stata rigettata dall’Ucraina.

Rifiutando il petrolio e il gas russi, l’Europa è diventata la regione del mondo con il più alto costo energetico a livello globale: lo ha detto l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale russa Rosneft Igor Sechin citato dalla Tass, aggiungendo che le sanzioni anti-Russia mettono fine alla ‘transizione verde’ a livello globale. “Nemmeno grandi produttori di Gas naturale liquefatto come Australia, Qatar e Stati Uniti possono aumentare drasticamente la produzione di Gas. Gli sforzi degli Stati potrebbero consentire di aumentare la produzione di meno del 10% del volume richiesto per sostituire il Gas russo. Quindi sarà necessario per attirare Gas da altri mercati, principalmente dall’Asia per soddisfare la domanda europea” ha detto Sechin durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo. “Di conseguenza, l’Europa sta già acquistando Gas naturale liquefatto – ha aggiunto – destinato ai paesi in via di sviluppo che non sono in grado di competere sui prezzi. Per quanto ne sappiamo, più di 10 carichi destinati al Pakistan con contratti a lungo termine sono stati cancellati da ottobre 2021 a giugno 2022 a causa dell’aumento domanda e prezzi in Europa, a causa della quale il Paese ha dovuto acquistare il Gas sul mercato spot a un prezzo molto più elevato per soddisfare almeno parte del proprio fabbisogno, innescando una grave crisi energetica“. Il manager ha sottolineato: “La retorica dei paesi occidentali sulla necessità di accelerare la decarbonizzazione contraddice la loro stessa pratica: a parole chiedono una riduzione dell’impronta di carbonio, mentre nei fatti la stanno aumentando e allo stesso tempo minando le economie di altri paesi“.

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