Fulco Pratesi e la siccità: “Niente doccia, sciacquone ogni tanto e mutande ogni 2-3 giorni”

Sono regole ferree quelle utilizzate da Fulco Pratesi per non sprecare acqua: non fa la doccia da quando era giovane, eppure assicura di aver trovato il modo di lavarsi comunque
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Fulco Pratesi è il presidente onorario del Wwf e chi meglio di lui, dunque, può fornire consigli migliori su come affrontare il periodo di emergenza dovuto alla siccità, come quello che sta vivendo il Nord Italia in questo momento? “Uso i barattoli per lavarmi a pezzi. All’aria condizionata preferisco il ventilatore. Bevo solo acqua del rubinetto” racconta lui stesso al Corriere della Sera. Pratesi, inoltre, racconta di non utilizzare il condizionatore, ma solo il ventilatore. “Qui a Roma ho l’aria condizionata, ma la usa solo mia moglie. abbiamo due studi diversi e dormiamo in due stanze diverse“, dichiara.

Di doccia ne abbiamo una piccola, che usa lei – precisa -. Sono affari suoi, non voglio rivelare i suoi segreti. Ma vale la regola che l’acqua non si spreca, bisogna consumarne poca. Lo sanno anche la filippina che ci aiuta in casa e sua figlia sedicenne, che vive con noi pure lei. Nel consumo di acqua a noi italiani ci battono solo il Messico e i Paesi del Golfo Persico. E invece con questa siccità spaventosa che non accennerà a diminuire almeno fino a metà agosto dovremmo tutti essere più responsabili e capire quanto è preziosa l’acqua che usiamo tutti i giorni“.

Foto Ansa

Ambientalista convinto, Fulco Pratesi ha 87 anni e, come lui stesso sottolinea, ha ancora tutti i capelli, nessun problema di pelle o di vista. ‘Unico’ segno del tempo sulla sua salute è un piccolo apparecchio per l’udito. Il suo stile di vita, dunque, secondo lui non ha pregiudicato la sua salute o la vita sociale. L’ultima volta in cui ha fatto la doccia è stata decenni fa: “Quando ero giovane e giocavo ancora a rugby“. Si lava però tutti i giorni. Come? “La faccia e le ascelle e i punti critici mattina e sera, con una spugna e i barattoli, in modo da non sprecare l’acqua quando scende dal rubinetto. Mani e piedi, rapidissimamente. Quando lavo i denti chiudo subito il rubinetto e uso sempre lo stesso bicchiere: l’acqua la uso per risciacquarmi la bocca, prima di buttarla via. La barba non la faccio con il rasoio elettrico, perché anche l’energia è importante. Pure lì, faccio cadere l’acqua in un recipiente e poi quando ho fatto la uso per ripassarla sul viso. Non uso mai il phon“, spiega.

E pratesi ha le sue regole anche nell’utilizzo dello sciacquone: “Solo per una pipì non si usa, nemmeno con il bottone più piccolo. Dopo due o tre volte va bene. Ma anche quando premo il bottone piccolo penso a quanto servirebbe quell’acqua ai bambini del Burkina Faso o alle donne del Centr’Africa che la vanno a prendere nei pozzi e la riportano indietro sulla testa“.

“Le mutande me le cambio in maniera molto ecologica, ogni due-tre giorni, ma a volte di più. Comunque controllo: si capisce quando è arrivato il momento. E poi d’estate dormo senza pigiama, così non devo lavarlo”, racconta ancora.

Non usa mai camicie, spiega, ma “solo T-Shirt, perché con l’artrite reumatoide non sono capace di chiudere i bottoncini. Mi cambio quando serve. Ripeto: l’acqua è un bene preziosissimo. E poi lavare i panni non significa solo usare l’acqua, ma anche la corrente per stirarli. La lavatrice da noi si fa solo quando è piena”. E lo stesso vale per la lavastoviglie.

Foto Ansa

Parlando di “quelli che dicono: “Ah, se non faccio la doccia tutti i giorni mi sento sporco”?“, Pratesi spiega che non il suo caso, e la sua “vita sociale non ne ha mai risentito. Piuttosto, avendo viaggiato tanto in nave e in barca, so quanto sia preziosa l’acqua e come sia possibile non sprecarla“.

E non dimentichiamo l’acqua potabile. Pratesi afferma che in passato beveva “anche quella del Tevere, quando uscivo in canoa con gli amici! E non mi è mai successo nulla, anzi, mi ha creato gli anticorpi, come diceva il mio professore. Mia moglie mi sfotte ancora perché in Madagascar i frutti che compravamo al mercato li lavavo nel ruscello che correva lungo la strada. A Roma abbiamo l’acqua di sorgente, non c’è motivo di acquistare le bottiglie al supermercato, che inquinano e basta. Anche al ristorante chiedo sempre l’acqua del rubinetto“.

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