La siccità ferma anche le centrali termoelettriche: si spera nella pioggia entro due settimane

I bacini idroelettrici sono letteralmente vuoti: gli esperti del settore contano su piogge abbondanti entro un paio di settimane
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La siccità che ha ridotto il Po ai minimi storici sta mettendo ko anche le centrali termoelettriche, oltre a quelle idroelettriche, che necessitano di acqua a tonnellate per permettere ai condensatori di vapore di raffreddarsi, per poi reimmettere l’acqua nel fiume, intiepidita. Ma negli ultimi giorni estraevano sabbia, invece di acqua fresca, e dunque c’è stato lo stop per le grandi centrali termoelettriche di Moncalieri (Torino, Iren), Sermide (Mantova, A2A), alcuni dei gruppi di Ostiglia (Mantova, Ep) per circa 2.400 megawatt in meno. E, come spiega il Sole24Ore, ci sono problemi anche a Piacenza (A2A), La Casella (Piacenza, Enel), Chivasso (Torino, A2A), Turbigo (Milano, Iren), Tavazzano (lodi, Ep) per circa 4.800 megawatt.

I bacini idroelettrici sono letteralmente vuoti. Martedì Terna ha diffuso i dati relativi al mese di maggio. Il mese scorso l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche è salita a 3,32 miliardi di chilowattora, ovvero circa il doppio rispetto ad aprile. E si sono vuotati i bacini, mezzo vuoti al 38,5%, e riempimento bassissimo in Alta Italia, appena il 25,2%. Le nevi, che si sono sciolte con un mese d’anticipo, hanno visto la loro acqua passare velocemente nelle turbine idroelettriche, scivolando nel letto rinsecchito del Po fino all’Adriatico. Le Regioni hanno chiesto alle società elettriche di rilasciare parte dell’acqua per destinarla agli agricoltori, ma anticipare al mese di giugno la produzione idroelettrica significa rimanere senza scorte per l’estate piena, quando la situazione potrà aggravarsi.

Abbiamo attivato tutte le nostre centrali termoelettriche, anche quelle di piccola taglia interne ai poli industriali, in modo da poter sopperire alle esigenze del settore elettrico“, precisa Marco Stangalino, vicepresidente esecutivo power asset dell’Edison. “Abbiamo tavoli aperti con la protezione civile e con le Regioni Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e con la Provincia di Trento, dove abbiamo numerosi impianti idroelettrici, e su loro richiesta lasciamo defluire più acqua“. L’acqua si potrà recuperare solo “se pioverà con abbondanza entro un paio di settimane“.

Come spiega Lorenzo Giussani, responsabile della produzione elettrica e del trading energetico di A2A, “per ripristinare le scorte servirebbe un periodo di piogge generose, e il meteo non le lascia prevedere. Come ci chiedono, rilasciamo l’acqua in anticipo, 3 milioni di metri cubi al giorno, rispetto alla pianificazione ottimale della produzione, in modo da aiutare gli altri utilizzatori, ma in genere la produzione idroelettrica viene conservata per dare il suo contributo nel mese di luglio, più difficile per il settore elettrico”.

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