Parere negativo dall’Italia sull’estensione del ciclo di vita della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia. L’impianto, nato sotto la Jugoslavia, aveva una durata operativa prevista di 40 anni. Tuttavia già nel 2015 era stato richiesto il prolungamento di altri 20 anni.
“L’Italia dice no a Krsko. La commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) nazionale ha dato parere negativo nell’ambito della VIA transfrontaliera per l’estensione del ciclo di vita dal 2023 al 2043 per la centrale nucleare di Krsko. Tra i vari motivi di carenza, anche le richieste d’integrazione avanzate dalla Regione Friuli Venezia Giulia”, ha comunicato su Facebook l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alla Difesa dell’Ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, in merito al futuro dell’impianto di Krsko in Slovenia.
I componenti del Gruppo del Patto per l’Autonomia nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia evidenziano la loro soddisfazione per la notizia. Gli esponenti del Patto, in una nota, affermano che si tratta di “una presa di posizione importante, ma che non mette ancora il punto finale sulla questione. Il pronunciamento, infatti, non ha implicazioni formali per la Slovenia, che continua a ragionare sul possibile raddoppio della centrale”. I consiglieri del Patto ricordano anche di aver “invitato più volte in aula le istituzioni statali e locali ad avviare tutte le azioni necessarie, affinché le centrali nucleari non rappresentino una minaccia per la sicurezza delle comunità”. La nota si conclude ricordando che continueranno a “monitorare una situazione che rischia di avere conseguenze pesantissime per la regione a causa di molteplici elementi di criticità: dall’elevato rischio sismico, poiché l’impianto si trova su faglie attive, fino alla gestione delle scorie radioattive della centrale, attualmente depositate in una piscina nell’area della centrale”.