Oceani, arriva la prima mappa dettagliata dei fondali dell’Antartico

Sono stati mappati con precisione montagne, canyon e pianure che costituiscono il fondo dell'Oceano Antartico, suddividendo i 48 mln di km² in quadrati da 500 metri
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Nelle profondità più recondite degli oceani si nascondono ancora molti misteri tutti da scoprire, di cui una parte importante è ora contenuta in una nuova mappa dettagliata ad alta risoluzione del fondale dell’Oceano Australe, un’area di oltre 48 milioni di km² attorno al Polo Sud. E’ quanto emerso dopo cinque anni di rilievi effettuati dalla Carta batimetrica internazionale dell’Oceano Australe (IBCSO), aggiornando una prima versione risalente al 2013, pubblicata nella rivista Scientific Data.

In questo modo sono stati mappati con precisione montagne, canyon e pianure che costituiscono il fondo dell’Oceano Antartico, suddividendo i 48 mln di km² in quadrati da 500 metri e ora il 23% di queste celle ha almeno una misurazione aggiornata dei punti più profondi. Nell’ultima versione di questa cartografica, IBCSO aveva eseguito il rilievo a 60 gradi a Sud e il 17% delle caselle della griglia era stato compilato. Scoperta nella scoperta, per la prima volta viene descritto nel dettaglio il punto ad oggi più profondo: una depressione situata a 7.432 metri, chiamata Factorian Deep. E’ situata nell’estremità meridionale della trincea di South Sandwich e per la prima volta è stata misurata e visitata dall’avventuriero texano Victor Vescovo nel suo sottomarino Limiting Factor nel 2019. “Dovete capire cosa significa il passaggio da 60 gradi a 50 gradi a Sud: abbiamo più che raddoppiato l’area del grafico. Quindi, abbiamo aumentato la copertura dell’area, ma abbiamo anche aumentato la densità dei dati, perché, parallelamente, abbiamo continuato ad acquisire nuovi dati, sostituendo quelli esistenti” ha riferito alla BBC Boris Dorschel, dell’Istituto tedesco Alfred Wegener. “Possiamo anche studiare come la calotta glaciale antartica è cambiata nel corso di migliaia di anni semplicemente osservando il fondale marino. C’è una registrazione di dove scorreva il ghiaccio e dove si estendevano le sue zone a terra. Questo è magnificamente conservato nella forma del fondale marino“, ha spiegato Rob Larter del British Antarctic Survey.

La nuova mappa è stata resa possibile grazie al finanziamento della Nippon Foundation e al supporto di SeaBed2030, lo sforzo internazionale per tracciare correttamente il fondale oceanico della Terra entro la fine del decennio. Gran parte delle informazioni contenute nella carta provengono dalle navi rinforzate con il ghiaccio che supportano gli sforzi scientifici in Antartide, inclusa l’ex nave polare del Regno Unito, la RRS James Clark Ross. In futuro, questo contributo britannico arriverà dal suo successore, l’RRS Sir David Attenborough, affettuosamente noto come Boaty McBoatface. La natura remota e spesso inospitale dell’Oceano Antartico significa che è improbabile che sezioni sostanziali di esso vengano mappate a meno che non ci sia un’impresa dedicata. C’è una grande speranza che una classe emergente di navi robotiche possa ricevere questo compito negli anni a venire. Attualmente la conoscenza dei 4/5 dei terreni sottomarini del pianeta proviene solo da misurazioni satellitari a bassa risoluzione che hanno dedotto la presenza di alte montagne sottomarine e profonde vallate dall’influenza gravitazionale che queste caratteristiche hanno sulla superficie del mare.

La conoscenza dei fondali oceanici è fondamentale per una navigazione sicura, per la conservazione marina, per la comprensione del clima e della storia geologica della Terra, ma c’è ancora molto da indagare e vaste aree non sono mai state esplorate in modo accurato. Navi e barche vengono incoraggiate ad accendere regolarmente i loro dispositivi sonar per ottenere misurazioni di profondità. Governi, aziende e istituzioni non dovrebbero nascondere i dati per renderli quanto più possibile di dominio pubblico.

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