Peste suina: “stiamo perdendo tempo, servono abbattimenti selettivi”

Nella Repubblica Ceca la Peste suina africana è stata eradicata in poco più di un anno e mezzo; dopo tre mesi dall'inizio dell'emergenza sono stati avviati gli abbattimenti dei cinghiali. Da noi sono passati cinque mesi senza che siano adottate misure significative
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Non riusciamo a comprendere che cosa si stia ancora aspettando – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – perchè stiamo perdendo tempo prezioso, con provvedimenti a rilento, senza che venga attuata nessuna azione di depopolamento nelle aree infette, mentre al di fuori di queste l’abbattimento dei cinghiali, rispetto agli anni precedenti, è pressoché inesistente“. Ad affermarlo è Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. dopo che nel Lazio, come viene ricordato in una nota, “sono stati scoperti due maiali infetti: è il primo caso di infezione in Italia che colpisce i suini domestici“. Nella Repubblica Ceca, come ricorda Confagricoltura Piemonte, “la Peste suina africana è stata eradicata in poco più di un anno e mezzo dal ritrovamento del primo cinghiale infetto; dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza sono stati avviati gli abbattimenti dei cinghiali con l’impiego di cacciatori e tiratori scelti delle forze dell’ordine. Da noi – aggiunge Allasia – sono passati cinque mesi senza che siano adottate misure significative di contenimento della popolazione di cinghiale e la posa delle recinzioni, considerate propedeutiche per l’avvio degli abbattimenti, sono appena iniziate“.

Confagricoltura, che la settimana scorsa ha chiesto ai capigruppo a Palazzo Lascaris di promuovere la convocazione di un Consiglio regionale aperto sulla Peste suina, evidenzia come il Piemonte sia già oggi “fortemente penalizzato dal mercato, soprattutto da quello internazionale, che preferisce evitare di acquistare prodotti suinicoli del territorio“. In Piemonte, viene ricordato, si allevano 1,4 milioni di capi suini e il comparto rappresenta poco meno del 9% del totale nazionale. “Il valore della filiera suinicola piemontese – dichiara Allasia – partendo dagli allevamenti e arrivando ai prodotti finiti, quali prosciutti, salumi e insaccati, supera i 700 milioni di euro, un patrimonio che corre il rischio di essere azzerato. Per questo chiediamo ancora una volta alle istituzioni di intervenire con urgenza avviando tutte le misure necessarie per arginare la diffusione del contagio, perché non ci sono più ragioni per temporeggiare e sperando che non sia troppo tardi“.

D’Amato: “servono abbattimenti, non capisco i ritardi”

E’ necessario rapidamente mettere in atto una vera e propria azione di riduzione della pressione dei cinghiali anche attraverso un piano di abbattimenti selettivi, non comprendo i ritardi”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

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