Estate è sinonimo di vacanze e abbronzatura, ma se da un lato il sole rappresenta un importante alleato della nostra salute perché fonte di vita e di molteplici benefici, come la produzione di vitamina D, fondamentale per le difese immunitarie, dall’altro può risultare un nemico insidioso per la nostra pelle quando preso senza la giusta consapevolezza.
Per questo motivo, ogni anno con l’inizio della stagione estiva, la LILT – Lega Italiana per la lotta contro i tumori promuove una campagna di informazione e sensibilizzazione che ha l’obiettivo di alzare il livello di guardia e diffondere suggerimenti utili per un’adeguata protezione dal sole, in modo da prevenire i tumori cutanei e i melanomi.
I danni dell’eccessiva esposizione solare possono essere di tre tipi: immediati, come le ustioni; a media distanza, come le lentiggini, le macchie solari e i nei; a grande distanza, con il foto-invecchiamento della pelle che presenta precancerosi, cheratosi attiniche, carcinomi baso-spino cellulari e melanoma.
Considerando che l’entità del danno è determinata da due fattori principali, l’intensità del sole e il fototipo, per proteggersi dai raggi solari è quindi essenziale evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata (11-15) e utilizzare creme, da applicare ogni due ore, con indice di protezione che varia a seconda del proprio tipo di pelle.
Nonostante dal recente studio “La prevenzione dei tumori cutanei: il modello LILT” – diretto dal dott. Abeni, epidemiologo dell’Istituto Dermopatico Immacolata di Roma, e dal dott. Cristofolini, dermatologo di Trento – sia emerso che la maggior parte degli intervistati (77%) è a conoscenza degli effetti dannosi del sole, solo il 30% sa che per proteggersi dai raggi solari non sono sufficienti le creme, ma nelle ore in cui il sole è più alto lo schermo migliore lo offrono indumenti e accessori come magliette, cappelli e occhiali. Un’accortezza che si rivela fondamentale per evitare ustioni e insolazioni soprattutto nei bambini, dato che una delle cause più frequenti di melanoma sono le scottature subite durante l’infanzia.
La letteratura scientifica indica inoltre che il notevole aumento nell’incidenza di tumori cutanei e di melanoma è da ricondurre alla pratica voluttuaria dell’abbronzatura artificiale, con un rischio più alto del 75% per chi inizia ad utilizzare i lettini abbronzanti prima dei 25 anni.
Di qui la necessità di educare i più giovani, visto che dalla ricerca è risultato che oltre il 2,2% dei circa 5000 soggetti intervistati ha praticato l’abbronzatura artificiale prima dei 15 anni (il 22% sopra i 15 anni), nonostante sia proibita ai soggetti di età inferiore 18 anni.
In questo contesto il presidente della LILT Francesco Schittulli ricorda l’importanza della prevenzione primaria «per tenere lontano il cancro, il sole va sempre preso con moderazione e la giusta protezione. Un comportamento che va di pari passo con una sana alimentazione, l’astensione dal fumo e una regolare attività fisica. Anche la diagnosi precoce in questi casi è fondamentale: tutti dovrebbero controllare con regolarità la propria pelle e i nei, sottoponendosi anche a visite periodiche di controllo dal proprio dermatologo, specialmente se si è soggetti particolarmente a rischio».
Oltre la metà dei melanomi viene individuata attraverso l’autocontrollo, che dovrebbe essere mensile.
Riguardo ai segnali di allarme del melanoma rimane sempre valida ed efficace la famosa sigla ABCDE, riferita all’analisi visiva dei nevi – A (Asimmetria), B (bordi irregolari), C (colore policromo), D (dimensione maggiore 6 mm), E (evoluzione – modificazioni), ma anche i famigliari o il partner, oltre agli specialisti (dermatologo, medico generale e medico estetico), possono aiutare ad individuare anomalie sul derma, così come il parrucchiere, in quanto è una delle poche figure che analizza il cuoio capelluto, sede a volte di neoplasie altrimenti non individuabili.