Si annuncia molto dinamica l’evoluzione meteo per la prossima settimana sul comparto centrale del Mediterraneo e naturalmente sull’Italia. Abbiamo già evidenziato in altra sede uno degli aspetti che caratterizzerebbe la prossima settimana, ossia l’onda calda nord-africana con nuova “impennata” delle temperature fino a valori roventi, anche oltre +42/+43°C a Sud. Ma non sarebbe solo questa la novità attesa. L’alta pressione nord-africana, infatti, non riuscirebbe a proteggere tutta l’Italia, poiché dai settori iberici e dal Mediterraneo sud-occidentale, arriverebbero correnti umide e instabili, indotte da un cavo depressionario nord-atlantico, in grado di inibire espansioni più settentrionali dell’anticiclone e, al tempo stesso, di arrecare un’accesa instabilità verso diverse nostre regioni.
Stando alle dinamiche bariche attese soprattutto dal 22 al 25 del mese, quindi da martedì prossimo e poi per tutta la seconda parte della prossima settimana, il flusso umido di origine oceanica interesserebbe in particolare le regioni settentrionali, dove i rovesci e i temporali potrebbero essere abbastanza ricorrenti, soprattutto nelle ore diurne. In modo particolare i settori alpini e prealpini, ma localmente anche le alte pianure, potrebbero vedere fenomeni in qualche caso violenti e con rischio di grandinate e locali dissesti. Temporali temporaneamente forti anche sulla Liguria, sull’Emilia occidentale, su alta Toscana e sulle medie pianure, anche della Padania, seppure qui magari un po’ più irregolari. Rischio temporali a fasi alterne anche sul resto della Toscana, sulle aree interne centro settentrionali del Lazio, sull’Umbria, sulle Marche, localmente fino al Nord Abruzzo. Tempo mediamente più asciutto sul resto del Centro, al Sud e sulle Isole maggiori, dove prevarrebbe l’alta pressione, ma anche su alcune di queste aree non sarebbero del tutto esclusi occasionali temporali, specie sull’Appennino tra Molise, Campania e Nord Puglia. L’onda calda nord-africana attesa per il medesimo periodo, si farebbe sentire anche sulle are centro settentrionali colpite da maggiore instabilità, tuttavia certamente in forma più attenuata, specie al Nord.