Siccità: nel Piemonte orientale fino a 3,6°C sopra media, in Veneto un terzo delle piogge attese a metà giugno

Nei primi 15 giorni di giugno sono caduti mediamente sul Veneto 33 millimetri di precipitazione; anomalie di temperatura molto elevate sul Piemonte Orientale
MeteoWeb

L’Italia affronta l’emergenza siccità da Nord a Sud. L’area più in difficoltà è senza dubbio quella delle regioni settentrionali, con gravi criticità nel bacino del Po, che si riflettono non solo nella disponibilità della risorsa idrica ma anche nell’approvvigionamento energetico. 

Le province del Piemonte Orientale sono particolarmente colpite dalla crisi dovuta alla mancanza d’acqua. “Quello che i dati spiegano con la forza incontrovertibile dei numeri e’ che la siccita’ di questi giorni non puo’ essere considerata un momento ‘sfortunato’, ma rappresenta l’evoluzione di un cambiamento climatico che si puo’ rintracciare con chiarezza anche sulla nostra scala territoriale”, ha detto all’AGI Daniele Barbone, amministratore delegato di Acqua Novara e Vco, gestore del ciclo idrico delle province orientali del Piemonte. 

I dati, emersi da uno studio congiunto realizzato da Acqua Novara Vco con il Politecnico di Milano e in collaborazione con l’Universita’ Statale di Milano, indicano, per esempio, che nel biennio 2019-2020 per l’intero anno da gennaio a dicembre, la media delle temperature e’ stata sempre costantemente piu’ elevata rispetto alla media del trentennio 1961-1990. Scostamenti che in alcuni casi arrivano anche a valori molto elevati. Ad esempio, nel trimestre gennaio-febbraio-marzo del 2019, le temperature massime sono state di 3,6°C al di sopra della media del trentennio 1961-1990. 

Ma non e’ ancora tutto – spiega Barbone – Se si osserva la variazione degli indicatori climatici, si scopre che nel 2019 ci sono stati 12 giorni in piu’ rispetto alla media con temperature superiori ai +30°C, e 6,9 notti ‘tropicali’, cioe’ con temperature superiori a +20°C, in piu’ della media, il che significa un maggior consumo di acqua e un depauperamento della risorsa. Allo stesso modo nel 2020 ci sono stati 27,4 giorni in meno con temperatura inferiore allo 0, il che significa un piu’ rapido scioglimento della neve, e anche in questo caso una riduzione della risorsa disponibile”. “Come operatori del settore – conclude Barbone – stiamo approfondendo questi dati, innanzitutto per orientare le nostre scelte di investimento, e poi per descrivere il quadro reale in cui ci troviamo ai decisori politici. Se si comprende che gli effetti che oggi sono sotto gli occhi di tutti derivano da una tendenza di anni che si sta consolidando, allora si vede quanto siano necessarie soluzioni innovative”. 

Veneto: a metà giugno un terzo delle piogge attese  

Nei primi 15 giorni di giugno sono caduti mediamente sul Veneto 33 millimetri di precipitazione, molto al di sotto delle medie registrate tra il 1994 e il 2021 per l’intero mese, stimate in 97 millimetri. A meta’ mese e’ caduto cioe’ circa un terzo degli apporti attesi in 30 giorni. Lo sottolinea il bollettino della risorsa idrica emesso dall’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav). 

Nel Bellunese sono caduti 40-125 mm, con i maggiori apporti localizzati sul settore settentrionale, e sulle Prealpi centrali ed occidentali 40-70. Sulla Pianura gli apporti sono distribuiti irregolarmente, e variabili tra i 30 mm della Pedemontana e gli 8-10 della Pianura meridionale. Precipitazioni anche inferiori a 6-8 mm sul Veneziano centrale e su parte del Medio Polesine, mentre sul Basso Polesine e sul Padovano meridionale si registrano localmente piogge superiori a 15-20 mm.  

Per quanto riguarda i bacini idrografici veneti, sul Piave e’ caduto in meta’ mese il 56% degli apporti attesi nei 30 giorni; i bacini dell’Adige, Brenta, Tagliamento e Po registrano il 30-40% degli apporti totali, mentre i restanti sono fermi all’11-18%. Il livello del lago di Garda, in lieve calo dall’inizio del mese di giugno, si mantiene sensibilmente inferiore al valore medio, e al 15 giugno si attestava tra quinto e 25/o percentile. Al 15 giugno il volume dei principali serbatoi del Piave si attesta sui 148 millimetri cubi (solo +2 dalla fine di maggio), pari all’88% di riempimento, valore nella media storica del periodo e di poco inferiore alla mediana (41/o percentile), superiore di 36 mmc rispetto al 2003, ma un po’ inferiore rispetto ad altri anni critici (-10 mmc rispetto al 2012, -5.5 mmc rispetto al 2017). Sul serbatoio del Corlo (Brenta) il volume invasato appare abbastanza stazionario da meta’ maggio intorno ad un riempimento del 90%, con un valore al 15 giugno di 34.7 mmc (nella media del periodo, -2,7 mmc, e poco sotto il 25/o percentile), valore di poco inferiore ad alcuni anni critici. 

In Liguria criticità senza allarmi: ceduta acqua all’Emilia  

E’ critica ma senza picchi di allarme la situazione idrica in Liguria. Al momento i grandi invasi della regione non sono a un livello d’allarme e infatti è stata autorizzata anche l’irrigazione della val Trebbia cedendo acqua all’Emilia per l’agricoltura. 

Secondo Iren, principale gestore di acqua potabile della regione, nel 2021 la portata complessiva degli invasi in questo periodo era di circa 36 milioni di metri cubi e oggi e’ di 28,5, quindi 7,5 milioni di metri cubi in meno, pari al 21%. Nella Citta’ Metropolitana, l’unico Comune che per ora ha emesso ordinanze restrittive di tipo cautelativo e’ il Comune di Lavagna.  

Alla Spezia, Acam Acque (gruppo Iren) gestisce 395 sorgenti e 132 pozzi che cominciano a mostrare livelli piu’ bassi rispetto alla media del periodo, soprattutto in riviera e in alcuni comuni interni della Val di Vara. Ordinanze antispreco che vietano il lavaggio privato delle auto e l’innaffiamento dei giardini sono state emanate a Levanto, Framura e Ricco’ del Golfo. Sul Canale Lunense, che alimenta l’agricoltura della Val di Magra, spente due piccole centrali idroelettriche. A Savona sono 6 i Comuni che hanno emesso ordinanze restrittive, tra questi c’e’ Stella, il paese natale di Sandro Pertini. 

La situazione piu’ difficile e’ nell’Imperiese: al momento i Comuni che hanno emanato ordinanze il divieto dell’utilizzo di acqua per scopi non alimentari o igienico-sanitario sono 13. A Pieve di Teco e Vasia i sindaci hanno chiuso le fontane comunali. A Teco e’ consentito l’uso di soli 200 litri d’acqua al giorno a utenza. In alcune frazioni di Sanremo l’acqua e’ dichiarata non potabile. Allertata la Protezione Civile con le autobotti. 

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