Siccità: “situazione più drammatica del previsto”. Le Regioni chiedono lo stato d’emergenza

Il problema siccità potrebbe diventare emergenza nelle prossime due settimane: le Regioni hanno chiesto al governo misure drastiche per contrastare disagi e danni, soprattutto all'agricoltura
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La situazione è più drammatica di quello che possa apparire. Sarà ancora gestibile per i prossimi 10, massimo 15 giorni. Se nel frattempo non arrivano forti piogge, diventerà veramente drammatica”. E’ quanto dichiarato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando a TgCom24 del problema siccità. “Per quanto riguarda l’uso civico – ha rassicurato Fontana – non siamo ancora nello stato di emergenza, perché grazie al cielo la situazione per l’acqua potabile è ancora sotto controllo“, ma “è chiaro che presto dovremo valutare le conseguenze della calamità sull’agricoltura. Lo stato di calamità si può chiedere nel momento in cui si accertino dei danni. Noi stiamo facendo delle indagini, stiamo parlando con le associazioni di categoria e appena dovessero emergere, chiederemmo lo stato di calamità“.

La strategia da seguire è quella di “avere un uso non eccessivo di questa risorsa che sta diventando sempre più preziosa“. In alcuni Comuni “iniziano ad esserci tentativi di tenere sotto controllo la situazione, evitando gli sprechi“. Sul fronte agricolo – ha aggiunto Fontana – “stiamo lavorando con i bacini idroelettrici e abbiamo ottenuto da loro un accordo in base al quale nella prossima settimana verranno rilasciati ogni giorno 4 milioni di metri cubi di acqua, che dovrà essere utilizzata per rialzare minimamente il livello dei laghi e che verrà poi utilizzata per irrigare i campi“.

In settimana si svolgerà una riunione del Governo per analizzare il dossier Siccità. Saranno il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli e il titolare del Mims Roberto Cingolani a valutare lo stato dell’emergenza e a proporre eventuali interventi.

Bergesio (Lega): subito un decreto a sostegno dell’agricoltura

Chiediamo al governo la dichiarazione dello stato di emergenza e un decreto siccità a sostegno della nostra agricoltura e per congiurare le gravi ricadute sul comparto agroalimentare“. Lo afferma il senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega in commissione Agricoltura, che venerdì ha preso parte all’incontro promosso dalla regione Piemonte sulla crisi idrica in atto. “In Piemonte la siccità estrema sta causando una crisi idrica che non ha precedenti, addirittura più grave di quella del 2003 – dice Bergesio- fiumi e torrenti sono in secca, il Po scorre a – 72% della portata. Ogni giorno si fa più drammatica la situazione di emergenza per i raccolti e gli allevamenti“.

Il segretario Matteo Salvini ha chiesto che il governo entro le prossime ore intervenga subito con un apposito decreto siccità per fronteggiare l’emergenza idrica e con il decreto energia per rinnovare il taglio delle accise dei carburanti e delle bollette di luce e gas. Sarebbe incomprensibile aspettare oltre“, prosegue il senatore della Lega. “Inoltre concordo con le richieste del presidente Cirio e della regione Piemonte: lo svasamento dei bacini idroelettrici per il rilascio delle acque e la richiesta della deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi. Soluzioni a breve termine, ma come chiedo da tempo, dallo Stato devono partire anche progetti strutturali, da realizzare subito con le risorse del Pnrr, come le reti di piccoli invasi a basso impatto paesaggistico. E, nell’immediato, con la commissione Agricoltura del Senato abbiamo chiesto ed ottenuto di posticipare di almeno due anni l’attuazione della disciplina del deflusso ecologico, le cui sperimentazioni si concluderanno il 31 dicembre 2024, e che è destinato a soppiantare il deflusso minimo vitale“. Per Bergesio “non c’è altro tempo da perdere: come ha ben detto il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, capo dipartimento Agricoltura della Lega, la SICCITÀ sta bruciando i campi con conseguenze disastrose su colture e animali, e sta mettendo a rischio il made in Italy agroalimentare, già in difficoltà per l’aumento dei costi di produzione. Il governo dichiari subito lo stato di emergenza per le regioni più colpite e intervenga con misure urgenti e concrete per evitare la catastrofe“, conclude.

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