Secondo una nuova ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su Science, i campioni recuperati dalla sonda spaziale giapponese Hayabusa2 dall’asteroide Ryugu sono chimicamente simili ai meteoriti carboniosi di tipo Ivuna (CI). Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricerca composto dall’Istituto di Tecnologia di Tokyo, Università delle Hawaii a Mnoa, Tokyo University of Science e numerosi altri enti giapponesi e di tutto il mondo.
La sonda giapponese Hayabusa2 ha studiato Ryugu da giugno a novembre 2019, osservando l’asteroide dall’orbita e raccogliendo campioni della sua superficie rocciosa per il ritorno sulla Terra. Durante due operazioni di atterraggio è stato raccolto materiale sulla superficie e anche campioni sotterranei. Nel dicembre 2020, Hayabusa2 ha riportato circa 5 grammi di materiale sulla Terra. Le analisi preliminari hanno dimostrato che colori, forme e morfologie erano coerenti con quelli osservati sulla superficie dell’asteroide, suggerendo che il materiale è rappresentativo della superficie di Ryugu.
Secondo gli autori dello studio, i campioni rappresentano chimicamente i materiali più primitivi e incontaminati del Sistema Solare mai analizzati in un laboratorio, inclusi altri meteoriti CI trovati sulla Terra.
Tetsuya Yokoyama e colleghi hanno riferito le caratteristiche mineralogiche, chimiche di massa e isotopiche dei campioni Ryugu. Avvalendosi di strumenti analitici come microscopia elettronica, fluorescenza a raggi X (XRF), spettrometria di massa al plasma accoppiata induttivamente (ICP-MS) e spettrometria di massa a ionizzazione termica (TIMS), gli autori hanno scoperto che i campioni sono composti principalmente da materiali simili ai meteoriti di condrite carboniosa di tipo Ivuna (CI), costituiti principalmente da minerali probabilmente formati in un fluido acquoso su un protopianeta genitore circa 5 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare.