E’ catastrofico il bilancio del terremoto di magnitudo 6.2 che alle 22:54 italiane di ieri sera ha colpito l’Afghanistan orientale, al confine con il Pakistan, non lontano da Kabul. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito da Sharafuddin Muslim, vice ministro del governo talebano per la gestione delle emergenze, il bilancio ancora parziale del sisma è di 1.000 morti e 1.500 feriti. È probabile che gli sforzi dei soccorritori siano complicati dal momento che molte agenzie umanitarie internazionali hanno lasciato l’Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani il 15 agosto del 2021 e il ritiro caotico delle forze Usa.
Bilal Karimi, portavoce dei talebani al Governo, ha detto che la situazione è “critica” e centinaia di abitazioni sono state distrutte, aggiungendo che “il numero dei dispersi è enorme“. Il terremoto è stato registrato a circa 44 chilometri dalla città sud-orientale di Khost, e purtroppo l’attuale bilancio già così pesante, è destinato ad aggravarsi ulteriormente. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) e la missione Onu “stanno valutando i bisogni e la risposta dopo il terremoto che la notte scorsa ha fatto centinaia di morti“, ha twittato il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Afghanistan, Ramiz Alakbarov, assicurando che “la risposta è in arrivo“. “Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue sta monitorando da vicino la situazione ed è pronto a coordinare l’assistenza europea“, ha twittato anche Janez Lenarcic, commissario europeo per la gestione delle crisi.
