Vecchio meteorite marziano mette in discussione le teorie di formazione dei pianeti

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Un vecchio meteorite marziano ha messo in discussione le attuali teorie su come i pianeti rocciosi (ad esempio la Terra e Marte) abbiano acquisito elementi volatili (idrogeno, carbonio, ossigeno, azoto e gas nobili) durante la loro formazione. La nuova ricerca, condotta dai ricercatori dell’Università della California, è stata pubblicata su Science.

L’assunto riguardo la formazione dei pianeti è che questi inizialmente raccolgano gli elementi volatili dalla nebulosa attorno a una giovane stella. A questo punto il corpo celeste è una palla di roccia fusa, e quindi tali elementi prima si dissolvono nel magma e poi degassano nuovamente nell’atmosfera. In seguito, i meteoriti condritici che finiscono sul giovane pianeta forniscono materiali più volatili. Di conseguenza gli studiosi si aspettano che gli elementi volatili all’interno del pianeta riflettano la composizione della nebulosa solare, o una miscela di volatili solari e meteoritici, mentre i volatili nell’atmosfera dovrebbero provenire principalmente dai meteoriti.

Le due sorgenti possono essere distinte dai rapporti degli isotopi dei gas nobili, in particolare il kripton. Il Pianeta Rosso assume particolare importanza in questo contesto, in quanto si è formato in tempi relativamente brevi, solidificandosi in circa 4 milioni di anni dopo la nascita del Sistema Solare, mentre la Terra ha impiegato dai 50 ai 100 milioni di anni per formarsi.

Possiamo ricostruire la storia della consegna volatile nei primi milioni di anni del Sistema Solare,” ha spiegato la ricercatrice Sandrine Peron. “La composizione interna marziana per krypton è quasi puramente condritica, ma l’atmosfera è solare“. La nuova ricerca suggerisce che la crescita di Marte si sia completata prima che la nebulosa solare venisse dissipata dalle radiazioni del Sole, ma l’irradiazione dovrebbe anche aver spazzato via l’atmosfera nebulare su Marte, suggerendo che il kripton atmosferico sia stato in qualche modo preservato, forse intrappolato in profondità o nelle calotte polari.

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