Martedì 26 luglio Arpa Emilia-Romagna ha effettuato i campionamenti programmati nei 98 punti di misura individuati lungo la costa emiliano–romagnola. Le analisi hanno evidenziato il superamento dei limiti normativi in 28 di questi punti, e per tale ragione si è reso necessario un divieto temporaneo della balneazione, in attesa del rientro alla normalità dei parametri previsti dalle norme. In particolare i divieti riguardano un tratto nel comune di Goro, il tratto di Pinarella di Cervia e 26 tratti in provincia di Rimini (nei comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica).
Sono in corso i campionamenti aggiuntivi per verificare il ritorno all’interno dei limiti: 14 sono già stati effettuati (i risultati saranno disponibili giovedì 28), mentre gli altri, a causa delle avverse condizioni meteomarine, saranno effettuati nella giornata di giovedì 28.
Le indagini sulle cause
"La situazione riscontrata è senza dubbio anomala e sono in corso alcune verifiche per comprendere le cause che hanno generato questa inattesa situazione," spiega Arpae. "Al momento le ipotesi possibili per spiegarne le cause sono rappresentate da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche, idrologiche e marine (temperatura dell’acqua molto elevata da molte settimane con valori oscillanti intorno ai 30°C, prolungata assenza di ventilazione, scarso ricambio delle acque, mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano a mare per la forte siccità), che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine. Venerdì 29 luglio, anche sulla base dei dati che emergeranno dagli ulteriori campioni prelevati, si terrà un incontro presso il Comune di Rimini fra tutti gli enti e i soggetti interessati per analizzare congiuntamente la situazione e le eventuali misure da intraprendere".
Il monitoraggio delle acque di balneazione
Il monitoraggio delle acque di balneazione, che ha l'obiettivo di riconoscere e ridurre le possibili cause di inquinamento, si esegue stagionalmente in 98 punti del litorale attraverso il prelievo di campioni periodici, effettuato da Arpae in collaborazione con la Capitaneria di porto. Le analisi, condotte sulla base della normativa nazionale, vengono effettuate nel laboratorio Arpae di Cesenatico, che ha recentemente ottenuto l’accreditamento da parte di Accredia, ente unico nazionale di accreditamento. Per ogni campione vengono controllati due parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Il superamento dei limiti previsti dalla normativa, anche di uno solo di essi, determina il divieto temporaneo della balneazione nel tratto di costa interessato. La revoca del divieto avviene quando, a seguito di ulteriori campionamenti, i valori dei parametri si normalizzano. Gli esiti delle analisi sono pubblicati e aggiornati sul sito web di Arpae, nelle pagine di dettaglio delle singole acque di balneazione raggiungibili attraverso la mappa dati interattiva, non appena validati dal laboratorio Arpae di Cesenatico. Al termine di tutte le analisi, viene pubblicato il Bollettino informativo, nella sezione Bollettini stagionali.
Il sindaco di Rimini: "chiesto incontro tecnico"
"Ho chiesto alla Regione Emilia-Romagna, all'Azienda Usl Romagna, ad Arpae, insieme ai comuni della costa riminese e altri della Romagna, di partecipare a un incontro tecnico, previsto per domani, per analizzare e trovare una soluzione all'anomalia dei campioni eseguiti da Arpae che ha fatto registrare il superamento dei limiti normativi di 28 acque di balneazione da Goro a Cervia, passando per Bellaria, Rimini, Riccione, Misano e Cattolica. Una contingenza senza alcune spiegazione tecnica, né logica, visto che, per esempio a Rimini, a causa della siccità, le paratie a mare non vengono aperte da quasi un mese e mezzo e la stessa Hera, che gestisce il ciclo integrato delle acque, ha formalmente comunicato di non aver riscontrato alcun guasto o difetto nella rete dell'acquedotto e fognaria. Lo stesso immagino per tutti gli altri comuni fuori parametro": lo ha dichiarato Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, commentando i dati di Arpae. "Stamane, alcuni esperti, anche alla luce di analoghi episodi che si sono verificati nelle ultime settimane, in altri mari d'Italia, hanno avanzato l'ipotesi dell'anomalo innalzamento della temperatura dell'acqua del mare, durante questa estate eccezionalmente calda, concausa di uno squilibrio organico, che porterebbe al superamento dei valori indicati dalla norma. Se anche così fosse, e al di là di questa o quella regione, come sindaco di Rimini, città che ha investito, negli ultimi 8 anni, 250 milioni di euro per la realizzazione della rete fognaria separata e la trasformazione degli sforatori in canali di acque bianche, insieme a tutte le città della costa riminese e romagnola, sottolineo la delicatezza della vicenda e l'assoluta urgenza per l'immediata soluzione a essa da parte degli enti preposti. Spero e credo che già domani, nell'incontro convocato, si troverà una soluzione pratica a questo mistero, che rischia di danneggiare interi territori, intere economie per ragioni non individuabili, almeno a oggi, nella razionalità".