Scende l'incidenza settimanale a livello nazionale, e l'indice RT è in diminuzione rispetto alla scorsa settimana, ma oltre la soglia epidemica: è quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità.
Ecco i dati principali:
- Scende l’incidenza settimanale a livello nazionale: 727 ogni 100.000 abitanti (22/07/2022 -28/07/2022) vs 977 ogni 100.000 abitanti (15/07/2022 -21/07/2022).
- Nel periodo 6 – 19 luglio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 1,02-1,04), in diminuzione rispetto alla settimana precedente, ma sopra la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è anch’esso in diminuzione e sotto la soglia epidemica: Rt=0,95 (0,94-0,97) al 19/07/2022 vs Rt=1 (0,98-1,02) al 12/07/2022.
- Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 28 luglio) vs4,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 luglio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende leggermente al 17,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 28 luglio) vs 17,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 21 luglio).
- Due Regioni/PPAA sono classificate a rischio moderato ai sensi del DM del 30 aprile 2020 (di queste una ad alta probabilità di progressione), una Regione è classificata a rischio alto per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’ISS, mentre le restanti Regioni/PPAA sono classificate a rischio basso (di queste una ad alta probabilità di progressione).
- Nove Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Una Regione/PA riporta molteplici allerte di resilienza
- La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (12% vs 11%). In aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (43% vs 40,5%), e in lieve diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (46% vs 48%).