“Non ci aspettavamo questa ondata. Credevamo che anche questa estate sarebbe trascorsa con una circolazione scarsa. Per fortuna la variante attuale causa una malattia meno grave e gli ospedali sono lontani dalle emergenze del passato, con una popolazione largamente vaccinata. Non credo sia giustificato il nervosismo che vediamo per esempio nella politica tedesca, dove si è tornati a parlare di possibili chiusure delle scuole in inverno. Lo scenario non è più quello“. Lo afferma in una intervista a La Repubblica Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, secondo il quale “il picco ci interessa fino a un certo punto. Sappiamo che c’è grande circolazione del virus e che i vaccini somministrati da più di 4 o 5 mesi perdono in parte l’efficacia, sia per il passare del tempo che per l’arrivo delle varianti. Chi ha più di 60 anni o è immunodepresso può aumentare la protezione con un nuovo richiamo, se non ha avuto infezione recente”
“La seconda dose booster, o di richiamo, non è andata bene – spiega -. Dovremmo rifletterci. C’è stanchezza vaccinale e voglia di lasciarsi alle spalle questi due anni, ma dobbiamo proteggere chi è più a rischio. Per questo non possiamo permetterci un altro fallimento a ottobre“. Come sarà organizzata la campagna di ottobre? “Le aziende hanno già le linee di produzione pronte per i nuovi vaccini duplici aggiornati con Omicron. Una volta ottenute le autorizzazioni, prevediamo all’inizio di settembre, i nuovi vaccini saranno consegnati in 2-3 settimane. Le Regioni potrebbero essere pronte diciamo dal 1° ottobre, vaccinando negli hub e con i medici di famiglia. Per ora pensiamo di raccomandare il nuovo vaccino al di sopra dei 60 anni. I più giovani, se vorranno, potranno comunque farlo. Non ci sarà obbligo vaccinale, e nemmeno il Green Pass“.
Se i vaccini aggiornati proteggeranno anche dai contagi “non lo sappiamo – afferma -, ma crediamo solo in parte. Quel che misuriamo per il momento sono gli anticorpi neutralizzanti generati dopo la somministrazione. I dati di Moderna e BioNTech sono molto buoni: gli anticorpi sono più che doppi rispetto al vaccino attuale. Vedremo quanto questo si tradurrà in una protezione dalla malattia grave e dal contagio“.
Riguardo le nuove terapie, Magrini aggiunge che dei morti per Covid “non sappiamo quanti di loro avessero ricevuto i farmaci antivirali o gli anticorpi monoclonali. Probabilmente buona parte dei morti conteggiati come Covid avevano altre malattie importanti, ma in effetti ci aspettavamo un uso più diffuso di questi strumenti. Nonostante questo per Paxlovid siamo fra i primi paesi al mondo per somministrazioni. Gli anticorpi monoclonali per uso preventivo, invece, si sono diffusi poco. Nelle prossime settimane lavoreremo anche perché siano usati al meglio“.