Sono stati ben 53 i parossismi che l’Etna ha messo in scena nel corso del 2021. Una sequenza non indifferente, che ha causato disagi nei comuni limitrofi. Attualmente il vulcano sembra riposare, ma il suo è solo un riposo apparente: la verità è che si sta ricaricando, come è nella sua natura. Come aveva spiegato qualche mese fa Salvatore Giammanco, ricercatore dell’Osservatorio Etneo, ai microfoni di MeteoWeb, “siamo come nella fase pre 2021, con i due parossismi di dicembre 2020. Quest’anno abbiamo avuto due nuovi parossismi, il 10 e il 21 febbraio, molto forti energeticamente parlando. Intanto il vulcano, che si era sgonfiato, sta cominciando lentamente a rigonfiarsi: sta arrivando nuovo magma che si sta accumulando all’interno del vulcano“. Ed effettivamente, da poco più di dieci giorni, si è conclusa una nuova fase eruttiva durata all’incirca un mese.
Geologicamente parlando, l’Etna è uno stratovulcano complesso, originatosi nel Quaternario. Si tratta del più alto vulcano attivo della placca euroasiatica. Le sue eruzioni, con cadenza molto frequente, hanno modificato nel corso dei secoli il paesaggio circostante, spesso cambiandone completamente il volto, minacciando gli insediamenti abitativi nati intorno alle sue pendici. Dal 21 giugno 2013, l’Etna è stato inserito nell’elenco dei beni del Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Ad occuparsi dell’Etna, quotidianamente, ci sono i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo. Posto a due passi dal vulcano stesso, l’osservatorio è un occhio costante sulle attività della ‘muntagna‘: come dei custodi amorevoli e attenti, geologi e vulcanologi osservano ogni singolo movimento dell’Etna, valutando parametri e valori, riuscendo così a prevedere in anticipo eventi straordinari e soprattutto potenziali pericoli che i cittadini dei comuni limitrofi potrebbero correre.
Per ben comprendere quali siano le attività svolte dai ricercatori INGV e quale sia la situazione attuale dell’Etna, abbiamo intervistato Salvatore Giammanco. Di seguito l’intervista integrale: