Ottimi risultati dalla cornea artificiale: restituita la vista a 14 pazienti

Il dispositivo è stato realizzato da collagene ricavato dalla pelle di maiale: 14 pazienti ciechi hanno recuperato la capacità visiva
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Sebbene la cecità corneale possa essere curata mediante trapianto, si stima che 12,7 milioni di persone attendono un donatore di cornea, con una cornea disponibile ogni 70 necessarie“, scrivono gli autori di un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, che hanno cercato di sviluppare un sostituto della cornea economico, accessibile e facile da impiantare.  

I ricercatori svedesi della Linköping University e dell’azienda LinkoCare Life Sciences hanno realizzato una cornea artificiale in collagene ricavato da pelle di maiale e hanno condotto i primi test, che hanno dato risultati positivi. I pazienti coinvolti nella sperimentazione, alcuni dei quali ciechi, sono riusciti a recuperare una buona funzione visiva.  

Il dispositivo è stato creato utilizzando molecole di collagene derivate dalla pelle di maiale sottoposta a un processo di purificazione già usato per altre applicazioni mediche. La cornea artificiale è stata impiantata in 20 pazienti affetti da una malattia degenerativa della cornea (il cheratocono) in Iran e India. 14 di loro erano legalmente ciechi. Nelle settimane successive all’intervento, l’impianto ha dimostrato di essere in grado di correggere i danni legati alla malattia, ripristinando lo spessore e la struttura della cornea. La vista dei partecipanti è migliorata in maniera analoga a quanto si sarebbe atteso dopo un trapianto di cornea naturale. I 14 pazienti ciechi hanno recuperato la capacità visiva e tre di essi hanno acquisito una visione perfetta di 10/10.  

“I risultati mostrano che è possibile sviluppare un biomateriale che soddisfi tutti i criteri per essere utilizzato per impianti umani, che può essere prodotto in serie e conservato fino a due anni e quindi raggiungere un numero ancora maggiore di persone con problemi di vista”, ha affermato in una nota il coordinatore dello studio Neil Lagali. “Questo ci fa aggirare il problema della carenza di tessuto corneale donato e dell’accesso ad altri trattamenti per le malattie degli occhi”.  

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