“Come se l’industria eolica non avesse abbastanza guai: incendi ampiamente sottostimati che rilasciano fumi tossici che non possono essere contenuti o estinti; massiccio spostamento della fauna selvatica; persone danneggiate da acqua contaminata e nanoparticelle e inquinamento elettrico; risultati costosi e inefficaci nel fornire energia, derivanti da mitologie fuorvianti basate su bugie climatiche e fantasie sul carbonio. Quotidianamente, vengono smascherate queste avventure nell’accaparramento di sussidi e nel profitto”.
È quanto si legge in un comunicato stampa della North American Platform Against Wind Power (NA-PAW), “creata per difendere gli interessi del numero sempre crescente di organizzazioni e individui in Messico, Caraibi, America centrale, Canada e Stati Uniti” che “mettono in discussione l’efficacia dell’energia eolica nell’aiutare a risolvere i problemi energetici, lavorano per proteggere la fauna selvatica e i paesaggi dallo sviluppo dell’energia eolica industriale, combattono i danni degli impianti eolici al turismo, all’economia e alla qualità della vita, della salute e dei servizi delle persone”, si legge sul sito web della NA-PAW.
“È un altro pensiero agghiacciante immaginare i livelli dell‘inquinamento dovuto alla decomposizione e all’erosione delle pale delle turbine eoliche. Presentata come pulita, verde e libera, e sì, sicura, questa industria ha ripetutamente fallito nel sostenere se stessa, nascondendosi in mantelli di bugie e false dichiarazioni. Ci chiediamo se c’è mai stato un altro settore energetico con una tale macchia di marciume/abbandono ambientale”, riporta ancora il comunicato.
Ecco i punti principali di un saggio del Dr. Eric Blondeel, dal titolo “Il bisfenolo A sarà il PFOS dell’energia eolica?”:
- Il Dottor Blondeel ci informa del danno delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS), che sono sostanze chimiche prodotte dall’uomo. Interferenti endocrini, ampiamente presenti nel teflon e in altre applicazioni industriali, comprese le pale delle turbine eoliche. Il PFOS (acido perfluoroottansulfonico) è utilizzato in lubrificanti, rivestimenti, pitture, vernici, plastica e altro ancora.
- Dovrebbe essere noto che l’esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino è stata collegata a circa 80 malattie. Queste includono il cancro ai testicoli, l’obesità e i disturbi riproduttivi.
- I nascituri e i bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili perché il loro sistema ormonale è ancora in via di sviluppo. Già nel 2012, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in guardia sulle proprietà potenzialmente cancerogene degli interferenti endocrini e ha concluso che queste sostanze rappresentano una minaccia globale per la salute pubblica.
- L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente ridotto in modo significativo l’assunzione alimentare di Bisfenolo A da un’assunzione giornaliera tollerabile di 4 microgrammi nel 2015 a 0,04 nanogrammi per kg di peso corporeo e al giorno.
- Le pale delle turbine eoliche sono realizzate in vetroresina impregnata di resina epossidica per renderle più resistenti. La resina epossidica contiene il 30-40% di Bisfenolo A. Risultato: il particolato che deriva dall’erosione delle pale eoliche contiene quindi un alto contenuto di Bisfenolo A.
- E abbiamo già scritto che il Bisfenolo A è molto dannoso.
- Le pale delle turbine eoliche sono il maggior consumatore di plastica a resina epossidica. Nel 2013, il 27% (69.000 tonnellate) di tutta la resina epossidica è andato alla produzione di turbine eoliche. La produzione mondiale annua di Bisfenolo A, a sua volta, supera i 10 milioni di tonnellate e nei prossimi anni è previsto un aumento significativo.
Il Norwegian Turbine Group e anche OpinionZ hanno lanciato l’allarme:
- Il bordo anteriore delle pale delle turbine eoliche è soggetto a forte erosione. Sebbene l’erosione delle pale eoliche sia il problema più grande per i produttori e appartenga al loro core business a causa dei costi di manutenzione e riparazione, non sono disponibili dati verificabili sui problemi qui menzionati. E se ci sono grafici nelle cartelle, le figure sono state cancellate.
- Ma i risultati sono stati utilizzati dal Norwegian Turbine Group per calcolare la quantità di polvere epossidica per l’intera superficie delle pale. Che ha dato non meno di 62kg di polvere epossidica su tutta la superficie all’anno!
- Ricorda che la resina epossidica contiene dal 30 al 40% di BPA.
Un esempio di riparazione delle palle (dal saggio del Dr. Blondeel)
“Siemens Gamesa ha dovuto eseguire una riparazione “di emergenza” delle pale su 140 delle 175 turbine del parco eolico London Array da 630 MW nel marzo 2018 a causa dell’erosione del bordo anteriore più anticipata del previsto. Ciò è avvenuto un mese dopo che Siemens Gamesa è stata costretta a riparare 87 delle 111 turbine in un parco eolico da 400 MW ad Anholt, in Danimarca. Entrambi i casi riguardavano turbine da 3,6 MW con un diametro del rotore di 120 metri e installate nel 2013.
Il fatto che queste turbine relativamente piccole mostrino già un’erosione avanzata su tale scala in meno di cinque anni sottolinea la gravità del problema che deve affrontare l’industria eolica (offshore). Non si sa quanto materiale sia finito nell’ambiente, né si conosce il costo della riparazione. Durante quelle riparazioni sono state persino montate lame di ricambio. Il fatto è, tuttavia, che l’erosione è oggi una delle ragioni principali dei guasti alle turbine eoliche. Inoltre, si scopre che la maggior parte di queste riparazioni dura solo pochi anni”.
E ancora dal saggio del Dr. Blondeel:
“Poiché è ormai innegabile che le pale eoliche causano anche inquinamento chimico con sostanze pericolose come il Bisfenolo A (BPA), una sostanza che l’OMS definisce una minaccia mondiale, 1 grammo della quale rende tossici 10 milioni di litri di acqua e che è dannosa per l’uomo, gli animali e l’ambiente, è essenziale che questa materia sia inclusa nella EIA (Energy Information Administration, ndr).
Le pale delle turbine eoliche rilasciano da 0,5 a 2,5 grammi di bisfenolo puro (BPA) all’anno. Calcolato su una durata di 20 anni, ciò equivale alla distruzione di 100-500 milioni di litri di acqua per turbina. Non proprio trascurabile in quanto questo finisce nel regime alimentare e anche nel flusso sanguigno. Ma anche questa cifra è probabilmente una sottostima, data la reputazione dell’industria eolica”.
“Ciò che è indiscutibile, è che il gatto è fuori dal sacco, la montagna di danni derivanti da inutili impianti eolici industriali eco impostori non è da ignorare, e deve essere immediatamente riconosciuta, rettificata e corretta”, conclude il comunicato stampa della NA-PAW.