Maltempo, Stromboli nel fango: testimone racconta come è “scampata alla morte”

"Ho avuto paura di morire. Ero schiacciata tra il tetto e il materasso, i mobili galleggiavano, non riuscivo ad aprire le finestre", racconta una sopravvissuta all'alluvione di Stromboli
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Solo 15 centimetri. E’ questa la ‘distanza’ che ha permesso a Chiara Indelicato, fotografa e artista, di salvarsi miracolosamente quando il nubifragio si è abbattuto su Stromboli nella notte tra giovedì e venerdì lei dormiva. “Ero a letto. Mi ha svegliato un tuono molto forte, seguito da un lampo che ha illuminato l’intera casa. Poco dopo ho sentito un forte tonfo, solo dopo ho capito che era crollato parte del muro dell’abitazione di fronte“, racconta lei stessa all’Adnkronos, ripercorrendo quegli interminabili minuti, in cui davvero ha pensato di non farcela.

Ho avuto paura di morire – racconta –. Ero schiacciata tra il tetto e il materasso, i mobili galleggiavano, non riuscivo ad aprire le finestre”. Tutto intorno era buio pesto e c’era un “frastuono enorme”. “Ho pensato che stesse crollando l’intera montagna e che mi avrebbe travolta, come sia riuscita a uscire ancora non me lo so spiegare“. Da giorni Chiara era inquieta. “Tre giorni fa aveva piovuto ed era venuta giù tanta sabbia mista a sassi dalla strada che conduce all’Osservatorio”.

Dopo l’incendio che a maggio, durante le riprese di una fiction, ha devastato l’intera montagna, mandando in fumo vegetazione e macchia mediterranea, a ogni pioggia lo sguardo è rivolto all’insù. “Ogni temporale è avvertito come una minaccia“. Una volta sveglia Chiara si è precipitata verso la porta per capire cosa stesse accadendo. “In quel momento un’anta si è spalancata e sono entrati dentro acqua e fango. A quel punto sono tornata indietro, ho pensato che fosse meglio uscire dalla finestra della camera da letto perché il tetto là è più basso e sarebbe stato più facile arrampicarmi. Ma gli scuri si erano chiusi”.

Ho pensato che l’acqua sarebbe defluita perché la stradina conduce al mare“. Ma il livello non si abbassava. “Anzi. Vedevo solo acqua e fango entrare. Il letto, il frigo, la cucina, i mobili: tutto galleggiava in quella melma. Ho nuotato verso la porta, mi sono aggrappata al frontone e forse a un sasso e sono riuscita a uscire facendomi largo in appena 15 centimetri di spazio“.

Insieme a lei anche un’amica, venuta a Stromboli per aiutarla per un progetto. “Se avessimo temporeggiato qualche altro minuto non saremmo più uscite, la strada di accesso al mare era sbarrata dai detriti del muro crollato, l’acqua non poteva in alcun modo defluire, ha invaso tutti gli spazi di casa”. “Negli ultimi tempi dopo l’incendio ogni volta che pioveva avevamo paura – ammette -. La montagna è nuda, non c’è più un albero e una radice a trattenere il terreno“. Ecco perché quello che è accaduto era un “disastro annunciato”. “E’ strano che abbia piovuto così tanto ad agosto, ma sarebbe successo comunque a ottobre. Lo sapevamo tutti. Il disastro ambientale è iniziato a maggio e ancora non è finito“.

“Qui è tutto inagibile. Nella strada c’è una montagna di detriti che devono essere portati via, due metri e mezzo di sassi che non riusciamo a spostare. Nella mia camera da letto il fango è arrivato a 10 centimetri dal tetto. In quella casa c’era tutta la mia vita, il mio lavoro degli ultimi due anni e mezzo, la mia attrezzatura, pc e hard-disk esterni – dice con amarezza -. Qui nessuno aveva mai visto una tragedia del genere. E’ venuta giù la montagna, l’ex discarica.. Un disastro…“.

La Regione dichiara lo stato di emergenza

“La Regione dichiara lo stato di emergenza per l’isola di Stromboli e chiede al governo nazionale di fare lo stesso“. Lo ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha convocato per il giorno di Ferragosto una apposita seduta straordinaria del governo regionale. “In attesa di ricevere una dettagliata relazione dal capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina – ha aggiunto il governatore Musumeci – sono in contatto con i nostri dirigenti che coordinano il lavoro sull’isola. Un centinaio di volontari che, assieme ai vigili del fuoco ed alle Forze dell’ordine, sono impegnati nella rimozione di fanghi e detriti e nel ripristino della viabilità. La delibera del governo regionale servirà anche ad avviare le procedure per chiedere i ristori a quanti hanno subìto danni dalla calamità“.

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