L’attesissimo lancio della missione Artemis I è finalmente alle porte. La NASA ha previsto il liftoff alle 14:33 ora italiana di oggi lunedì 29 agosto dal Kennedy Space Center in Florida: il megarazzo Space Launch System (SLS) lancerà una capsula Orion senza equipaggio, per un viaggio di 42 giorni in orbita lunare e ritorno.
La NASA si sta preparando per Artemis I – il primo volo di SLS e del programma Artemis di esplorazione lunare – da anni ed è ora in dirittura d’arrivo.
Ecco una breve carrellata delle principali pietre miliari della missione, prima e dopo il lancio.
Cosa è accaduto ieri domenica 28 agosto
Il team Artemis I ha caricato le batterie di volo di Orion e dello stadio principale di SLS, tra le altre attività. Circa 12 ore prima del decollo, tutto il personale non essenziale ha lasciato il Pad 39B. Il team ha attivato il ground launch sequencer (GLS) della missione, un programma software che gestisce automaticamente la parte finale del conto alla rovescia.
Nove ore e 40 minuti prima del lancio è iniziato il conto alla rovescia integrato e il team di Artemis I ha condotto un briefing sul meteo e sul rifornimento, autorizzando la prosecuzione delle operazioni.
Il programma di oggi lunedì 29 agosto
Se tutto andrà secondo i piani, il caricamento dei propellenti di SLS – idrogeno liquido e ossigeno liquido – continuerà quasi fino al decollo.
Un altro conto alla rovescia integrato inizierà alle 13:53 ora italiana, 40 minuti prima del decollo. Quindi, a T-15 minuti, il direttore del lancio interrogherà il team di Artemis 1, chiedendo a tutti se la missione è “go for launch“. In caso positivo, il GLS avvierà il conteggio finale a T-10 minuti.
Quegli ultimi 10 minuti saranno pieni zeppi di pietre miliari, tra cui il passaggio di Orion e di entrambi gli stadi SLS all’alimentazione interna e la fine delle attività di rifornimento del propellente. Infine, a T-10 secondi, il GLS invierà il comando per l’avvio dei quattro motori RS-25 di SLS. Ciò accadrà a T-6,4 secondi e lo Artemis I si solleverà dal Pad 39B quando il conto alla rovescia raggiungerà lo zero.
Dopo il decollo
Due minuti e 12 secondi dopo il lancio, i due propulsori a razzo solido laterali si separeranno e cadranno nell’Oceano Atlantico. Circa un minuto dopo, Orion si libererà dal sistema di interruzione di emergenza e dalla carenatura protettiva che copre il modulo di servizio costruito in Europa.
I motori principali di SLS si spegneranno 8 minuti e 4 secondi dopo il decollo e i 2 stadi dell’enorme razzo si separeranno 12 secondi dopo. Poi, 10 minuti dopo, Orion inizierà a dispiegare i suoi pannelli solari, un processo che richiederà circa 12 minuti.
Orion e lo stadio superiore SLS saranno in orbita attorno alla Terra a questo punto. Cinquantuno minuti dopo il decollo, lo stadio superiore eseguirà un’accensione del motore di 22 secondi per allontanare se stesso e Orion dal nostro pianeta. Poi, alle 16:11 ora italiana, lo stadio superiore eseguirà un importante burn di 18 minuti per lanciare Orion verso la Luna.
Orion si separerà dallo stadio superiore SLS alle 17:39 ora italiana, 2 ore e 6 minuti dopo il decollo, intraprendendo il suo viaggio in solitaria verso la Luna.
Il lavoro dello stadio superiore però non è concluso: trasporta, in un adattatore speciale, 10 minuscoli CubeSat che deve dispiegare. Quei minisatelliti eseguiranno una serie di studi e rilevazioni nello Spazio profondo. Secondo l’astrofisico Jonathan McDowell, inizieranno a essere dispiegati 3 ore e 40 minuti dopo il lancio e l’ultimo di loro a circa T+8 ore.
La capsula Orion e il modulo di servizio, ovviamente, continueranno a viaggiare verso la Luna. Questo viaggio richiederà del tempo: secondo quanto spiegato in precedenza dalla NASA, i giorni di volo dal 2° al 5° saranno dedicati al “transito in uscita“. Il 6° giorno di volo, il 3 settembre, Orion inizierà una nuova fase, dirigendosi verso un’orbita retrograda lontana (DRO) attorno alla Luna.
Il 3 settembre, la capsula eseguirà una “accensione in volo verso l’esterno” ed effettuerà il suo flyby più vicino alla Luna, appena 100 km sopra la superficie. Il 7 settembre (giorno di volo 10), Orion accenderà di nuovo i suoi motori e si inserirà nella DRO designata.
Il giorno dopo, la capsula si allontanerà dalla Terra più di quanto abbia mai fatto qualsiasi veicolo per equipaggio. L’attuale record è detenuto dalla travagliata missione Apollo 13 della NASA, che nell’aprile 1970 si è allontanata 400.170 km da casa.
Orion rimarrà nella sua DRO lunare per circa 2 settimane. Poi, il 21 settembre, la capsula inizierà a prepararsi per il lungo viaggio di ritorno sulla Terra con un burn di partenza. Due giorni dopo, raggiungerà la distanza massima della missione dalla Terra: circa 450.600 km.
Lasciare la Luna richiederà circa 10 giorni. Il giorno di volo 35, il 3 ottobre, Orion eseguirà un burn del motore di “sorvolo di ritorno“, che porterà la capsula entro 800 km dalla superficie lunare. Orion riceverà un aiuto gravitazionale simile a una fionda dalla Luna, per tornare verso la Terra.
Il viaggio di ritorno durerà una settimana. Infine, il 10 ottobre, Orion si riunirà con il suo pianeta natale, con splashdown nell’Oceano Pacifico, al largo della costa di San Diego.
Si tratta di date e orari target: i tempi effettivi potranno variare a seconda di come procede la missione. Senza contare che tutto cambierà se Artemis I non decollerà il 29 agosto, per motivi tecnici e/o meteorologici: la dinamica orbitale determina diverse caratteristiche della missione in altre date di lancio (date di backup del 2 e del 5 settembre).