Un problema di raffreddamento del motore sul nuovo gigantesco razzo della NASA per l’esplorazione dello Spazio profondo ha costretto l’Agenzia spaziale a sospendere il tanto atteso debutto di oggi.
La NASA ha caricato il propellente del suo primo megarazzo Space Launch System (SLS) per lanciare la missione lunare Artemis I, ma i controller di lancio non sono stati in grado di raffreddare uno dei quattro motori principali alle temperature necessarie per gestire il propellente super-freddo. Il problema ha bloccato i piani per lanciare il razzo SLS e la capsula Orion (senza equipaggio) in un ambizioso volo di prova di 42 giorni intorno alla Luna. Il decollo era previsto alle 14:33 ora italiana.
Problemi e intoppi
Raffreddare i motori del razzo SLS prima di fare fluire idrogeno liquido criogenico e ossigeno liquido attraverso di essi è un passaggio necessario prima che il razzo possa essere lanciato, hanno affermato i funzionari della NASA. Mentre tre dei motori hanno superato quel test, il motore n° 3 non lo ha fatto, nonostante gli sforzi per la risoluzione dei problemi.
“I controller di lancio condizionano i motori aumentando la pressione sui serbatoi dello stadio centrale per fare giungere parte del propellente criogenico verso i motori per portarli all’intervallo di temperatura corretto per avviarli,” hanno affermato i funzionari della NASA in una nota. “Il motore 3 non è stato adeguatamente condizionato durante il processo di spurgo e gli ingegneri stanno risolvendo i problemi“.
Tutti e quattro questi motori hanno volato nell’ambito del programma Space Shuttle della NASA.
Secondo il portavoce della NASA Derrol Nail, il condizionamento del motore non era qualcosa che il team è stato in grado di verificare durante il processo di “wet dress rehearsal” che si è concluso a giugno. “E’ qualcosa che volevano testare durante il Wet Dress 4 ma non sono stati in grado di farlo,” ha spiegato Nail. “Quindi questa è stata la prima opportunità per il team di vederlo dal vivo in azione“.
Il problema al motore n° 3 è emerso quando la NASA ha superato una serie di problemi durante il conto alla rovescia, inclusa una perdita di idrogeno liquido all’inizio del processo di rifornimento e una possibile crepa in una parte del booster del nucleo nota come flangia intertank, che collega i giganteschi serbatoi di idrogeno liquido e ossigeno liquido di SLS. I serbatoi possono contenere un totale di 3,3 milioni di litri di propellente. “Le flange sono giunti di connessione che funzionano come una cucitura su una maglietta, sono fissate nella parte superiore e inferiore dell’intertank in modo che i due serbatoi possano essere attaccati ad esso,” ha spiegato la NASA.
Gli ingegneri hanno scoperto che la crepa era in realtà nella schiuma isolante sulla flangia, non nella struttura metallica del razzo. “Quel ghiaccio che si è formato è essenzialmente aria che viene raffreddata dal serbatoio che rimane intrappolata all’interno di una crepa nella schiuma, ma non nel serbatoio vero e proprio,” ha detto Nail, il quale ha aggiunto che il personale della NASA aveva visto crepe simili nella schiuma quando era stata utilizzata sugli Space Shuttle prima del loro ritiro nel 2011.
I problemi del motore n° 3 e la temuta crepa hanno seguito le preoccupazioni per una perdita di idrogeno liquido nel razzo. La perdita durante il processo di rifornimento è apparsa simile a quella verificatasi durante un test di rifornimento di SLS all’inizio di quest’anno, ha osservato Nail. “Sebbene un problema simile sia stato identificato in un precedente test wet dress rehearsal, la causa potrebbe non essere necessariamente la stessa,” hanno spiegato i funzionari della NASA in un aggiornamento.
La NASA ha interrotto e riavviato il flusso di idrogeno liquido nel serbatoio nel tentativo di verificare la perdita e ha persino proceduto a rifornire lo stadio superiore del razzo alto 98 metri mentre gli ingegneri lavoravano al problema.
Anche prima di caricare il propellente nel razzo SLS, la NASA ha affrontato sfide durante il conto alla rovescia per il lancio. Tempeste in mare aperto e fulmini hanno ritardato il rifornimento di quasi un’ora, costringendo i controllori di lancio a intensificare il lavoro per recuperare il tempo perso.
“Una volta risolto il problema, voleremo”
“Una volta risolto il problema, voleremo“: ha dichiarato il numero uno della NASA, Bill Nelson. Abbiamo a che fare con “una macchina molto complicata, un sistema molto complesso e tutte queste cose devono funzionare“. “Io stesso – ha aggiunto – ho avuto una simile esperienza personale con un volo dello Space Shuttle annullato per ben quattro volte in rampa di lancio. Fa parte dello spazio e in particolare di un volo di prova come questo. Stiamo stressando e testando il razzo e la navetta in un modo che non si verificherà con l’equipaggio umano a bordo: questo è l’obiettivo di un test di volo“. Le squadre di tecnici al lavoro al Kennedy Space Center “stanno facendo un lavoro perfetto, come sempre. Il veicolo resta ancora carico di propellente e una volta risolto il problema, voleremo“.
“E’ molto normale il rinvio” della missione e “anche di queste incognite è fatta una missione spaziale“: lo ha affermato Mario Cosmo, responsabile della Direzione Scienza e Ricerca dell’Asi. “Ora andiamo sulla Luna in maniera completamente diversa dalle missioni Apollo. E l’elemento fondante e il missile che è molto complesso“. “L’industria italiana è coinvolta sia come grande industria che come Pmi. Questa missione è un’altra storia, un altro libro dalle missioni Apollo, oggi si torna sulla Luna per restarci“.
E’ importante garantire la sicurezza dei lanci, e la missione Artemis 1 non fa eccezione, secondo il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Josef Aschbacher. “Nei lanci è sempre meglio essere sicuri che dispiacersi dopo“. “E’ importante che i team si sentano a proprio agio al 100% con il lancio, ogni volta, senza eccezioni. Sono fiducioso che presto avremo una nuova data per il lancio“. L’Europa è tra i protagonisti di questa nuova pagina dello spazio: in cambio della fornitura del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion, alcuni elementi del quale sono stati realizzati in Italia dalla Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), l’ESA ha ricevuto dalla NASA il via libera alla partecipazione del programma Artemis di almeno 3 astronauti europei.
“Il volo spaziale è estremamente complesso e farlo per bene è molto più importante che farlo nei tempi previsti“: ha scritto l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) Luca Parmitano su Twitter. “Un sacco di lezioni imparate per gli ingegneri e, si spera, presto un nuovo tentativo“.
Il prossimo tentativo
Con la NASA impossibilitata a lanciare oggi, potrebbe provare negli altri 2 giorni di riserva. Se l’Agenzia risolverà il problema del motore n° 3, potrebbe provare a lanciare venerdì 2 settembre o il 5 settembre, meteo permettendo. Se non sarà possibile lanciare nei prossimi giorni, il prossimo tentativo slitterebbe probabilmente a ottobre, hanno affermato i responsabili della missione. Le opportunità di lancio sono limitate dalla posizione e dalla fase della Luna e dalle condizioni di illuminazione al rientro, tra le altre cose.
Artemis I invierà una capsula Orion senza equipaggio in orbita lunare e ritorno, in una missione che impiegherà 6 settimane dal decollo all’atterraggio. Sarà il primo volo per l’SLS a lungo atteso e il secondo per Orion, che ha fatto un breve viaggio nell’orbita terrestre nel 2014.
Artemis I sarà anche la prima missione del programma Artemis della NASA, che mira a stabilire una presenza umana sostenibile a lungo termine sulla Luna e attorno a essa. Se tutto andrà bene con Artemis I, la NASA potrà prepararsi per Artemis 2, che porterà gli astronauti in un viaggio intorno alla Luna.
La NASA punta al 2024 per il decollo di Artemis II e al 2025 o 2026 per Artemis III, che farà atterrare gli astronauti sulla Luna per la prima volta dall’ultima missione Apollo nel 1972.