Soldati israeliani riscoprono un convento di 1.500 anni con pavimento a mosaico

Il convento è stato scoperto per la prima volta dal dottor Uzi Dahari e dal dottor Yehiel Zelinger dell'Autorità per le antichità israeliane all'inizio degli anni 2000, ma alla fine è stato seppellito di nuovo al fine di proteggerlo
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Sono proseguiti per tutti il mese di luglio  gli scavi da parte dei soldati dell'IDF, che hanno ritrovato un convento di 1.500 anni a Horbat Hani, vicino alla città di Shoham, nell'Israele centrale. Ciò è avvenuto dopo che una piccola parte del sito, che si trova in una zona militare, è stata danneggiata involontariamente dall'esercito, racconta The Jerusalem Post.

"In questo contesto", ha spiegato Issy Kornfeld, direttore dello scavo per conto dell'IAA, "l'Autorità israeliana per le antichità", insieme al programma Nature Defense Forces, ha avviato un progetto educativo, in base al quale questo imponente sito è stato riaperto e ripulito sotto la guida del Centro educativo comunitario dell'Autorità per le antichità israeliane. Il convento è stato scoperto per la prima volta dal dottor Uzi Dahari e dal dottor Yehiel Zelinger dell'IAA all'inizio degli anni 2000, ma alla fine è stato seppellito di nuovo per la propria protezione. "Negli scavi originali", racconta Kornfeld, "sono stati scoperti due edifici, uno dei quali era una chiesa pavimentata con un mosaico colorato raffigurante scene faunistiche e vegetali, un androne, i dormitori delle monache, celle eremitiche, una torre con stanze e una cripta, un complesso funerario sotterraneo. L'altro edificio comprendeva una cucina, un refettorio (sala da pranzo) e una locanda per i pellegrini".

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Secondo Kornfeld, "come spesso nel mondo antico, qui fu eretto il convento, commemorando un'antica tradizione, forse del luogo di sepoltura di Hannah, madre del profeta Samuele ". Questa teoria è stata originariamente avanzata dall'archeologo IAA Eitan Klein.

"Lo scavo è un esempio di ufficiali che si assumono la responsabilità dell'ambiente e svolgono attività significative, esponendo e conservando il sito antico – archeologi insieme ad ufficiali e soldati che sono i cittadini di domani – permettendoci così di vivere e connetterci con il patrimonio del nostro Paese" ha precisato Guy Saly, direttore dell'IDF Nature Defense Forces Project. "I soldati e gli ufficiali hanno apprezzato il lavoro archeologico pratico e speriamo che le attività congiunte di protezione dei siti archeologici continuino in futuro", ha concluso.

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