Vaiolo delle scimmie: vaccino solo per chi è a rischio. Arrivo primo test rapido

Secondo l'infettivologo, l'infezione da Vaiolo delle scimmie "si gestisce, oggi abbiamo 20 pazienti positivi tutti in isolamento a casa"
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Sulla possibilità che partano in Italia le vaccinazioni contro il vaiolo delle scimmie – i casi confermati nel Paese sono 505 secondo l'ultimo aggiornamento – "bisognerebbe fare una serie di valutazioni su alcune categorie a rischio: penso agli under 45-50 che non sono stati vaccinati in passato" contro il vaiolo "o ai fragili. Ma senza clamore o paura. La malattia si tiene a bada, abbiamo un antivirale che funziona in fase acuta ed è stato già usato con successo in Usa durante un focolaio nel 2018. Oggi al Cotugno abbiamo 20 pazienti con vaiolo delle scimmie, tutti in isolamento a casa. Speriamo che la situazione rimanga così". E' quanto precisato all'Adnkronos Salute dall'infettivologo Alessandro Parrella del Dipartimento Malattie infettive e urgenze infettivologiche dell'ospedale Cotugno di Napoli, dove partirà a fine estate la sperimentazione del primo test rapido sul sangue per scoprire la presenza del vaiolo delle scimmie.

Ed è italiano il primo test rapido sul sangue per il vaiolo delle scimmie. A metterlo a punto è stato il Consorzio Sannio Tech (Benevento) e la sperimentazione sarà condotta dall'ospedale Cotugno di Napoli: "Speriamo di partire a fine estate, dopo il via libera del Comitato etico dell'ospedale", ha aggiunto Parrella, che coordinerà la sperimentazione sull'uomo. "Il merito del test è dei colleghi del Sannio Tech che hanno avuto l'intuizione e le capacità di sviluppare in Italia questo primo test per il vaiolo delle scimmie. Non ci sono oggi test rapidi di questo tipo approvati – chiarisce Parrella – Ci sono dei test cinesi, ma non hanno avuto l'ok del ministero della Salute, mentre il nostro ha le caratteristiche per ottenere il via libera".

Il prossimo passo sarà "avere la certezza che funzioni anche fuori dal laboratorio, quindi in 'real life'", aggiunge l'infettivologo. "Grazie a questo test potremmo capire se è presente il virus o se una persona si è già immunizzata – precisa Parrella – Lo metteremo alla prova su un gruppo di pazienti ristretti e pensiamo che poi si potrà usare anche in chiave di screening per determinati soggetti, ad esempio chi è stato a contatto con pazienti o il personale sanitario". Questa tipologia di test rapido, in cui basta una goccia di sangue, si basa sulla ricerca delle immonoglobuline G ed M nel sangue, la 'spia' che il vaiolo delle scimmie c'è o è passato. "Ma al momento il test si farà in ospedale con personale sanitario addestrato", puntualizza l'infettivologo.

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