Carenza di CO2, dopo l’acqua frizzante stop anche alla birra

Lo stabilimento italiano per la produzione della birra Menabrea, a Biella, è costretto a fermare la produzione: "La carenza di CO2 è un problema anche da noi, ma contiamo di poter ripartire"
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Il conflitto in Ucraina, le tensioni tra Occidente e Russia e la crisi energetica producono ancora conseguenze che si ripercuotono sull’economia. La carenza di anidride carbonica, che ha già frenato la produzione di acqua frizzante, sta causando ora problemi alla produzione di birra.

In Italia, lo stabilimento della birra Menabrea a Biella ha fermato la produzione: “La carenza di CO2 è un problema anche da noi”, hanno dichiarato i vertici del birrificio. A risentirne è maggiormente la produzione di birra industriale e non artigianale. Le imprese più piccole, infatti, fanno ricorso maggiormente ad un processo di fermentazione naturale e non all’anidride carbonica. Nelle industrie di grandi dimensioni, invece, si utilizza l’anidride carbonica anche per togliere l’ossigeno all’interno della bottiglia

La carenza di CO2 è dovuta all’aumento dei prezzi dell’energia e alle difficoltà legate al trasporto. E il problema non è solo italiano, ma europeo: la belga Delirium Tremens sta per  fermare l’attività, per la prima volta in 100 anni; lo stesso vale per la danese Carlsberg, che rischia di dover chiudere i suoi stabilimenti in Polonia.

Intanto, dalla Menabrea di Biella rassicurano che lo stop dovrebbe essere solo temporaneo: “Oggi va così – hanno dichiarato i vertici dell’azienda a La Repubblica – ma domani contiamo di potere ripartire“.

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