I nibbi bruni (Milvus milvus) sono uccelli Accipitridi che vivono per lo più nelle zone collinari boscose e volano in cerchi concentrici per piombare a velocità notevole sulle prede. Secondo un recente studio, quelli nati durante un periodo di siccità sono svantaggiati per tutta la vita. La ricerca è stata condotta su una popolazione di nibbi rossi in Spagna pubblicato su Nature Communications.
Dato che i nibbi rossi possono vivere fino a 30 anni, i risultati indicano che gli eventi climatici estremi possono avere un impatto duraturo sulle popolazioni di questa specie, che sono in declino in alcune regioni. Fabrizio Sergio e i colleghi ricercatori, (Estaciòn Biològica de Donana – CSIC, Siviglia, Spagna) hanno studiato gli effetti della siccità a lungo termine su una popolazione di nibbi rossi nel Parco Nazionale di Donana.
L’impatto del clima
Il cambiamento climatico sta aumentando l’incidenza di eventi estremi, i quali vanno ad impattare sulle comunità della fauna selvatica. Gli effetti a lungo termine degli eventi climatici estremi nella prima infanzia, tuttavia, sono perlopiù trascurati nelle previsioni degli impatti dei cambiamenti climatici. Le condizioni stressanti durante lo sviluppo iniziale possono avere conseguenze durature sulla capacità di un individuo di sopravvivere e riprodursi e sulla capacità di recupero di un individuo ai successivi periodi di stress.
Secondo quanto dedotto dagli autori della ricerca, la siccità ha ridotto sia la disponibilità di prede che la quantità di cibo fornita ai pulcini dai genitori, portando i pulcini più magri e un minor numero di pulcini che raggiungono l’età adulta negli anni di siccità. I ricercatori indicano inoltre che subire la siccità da pulcini non ha avvantaggiato la sopravvivenza alle successive siccità.
Anche se i pulcini sono sopravvissuti alla siccità, secondo gli autori le loro possibilità di sopravvivenza negli anni successivi sono inferiori a quelle dei nibbi nati in anni con precipitazioni tipiche. Hanno incluso gli effetti a lungo termine della siccità nei modelli di proiezione della popolazione e hanno scoperto che hanno portato a un calo del 40% delle dimensioni previste della popolazione e a una riduzione del 21% del tempo di estinzione.