Il Covid, la line adottata dal governo per affrontare la pandemia e i vaccini, sono ovviamente al centro dell’attuale dibattito politico italiano, soprattutto in vista delle imminenti elezioni. Giorgia Meloni, in particolare, ha attaccato il cosiddetto “modello Speranza“, riferito appunto alla gestione pandemica. E a dare ragione alla leader di Fratelli d’Italia è Maria Rita Gismondo.
La direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, ai microfoni dell’Adnkronos salute, ha riferito di essere preoccupata per le conseguenze che i due anni di restrizioni e imposizioni potranno avere sui cittadini italiani. “L’approccio estremamente restrittivo adottato contro la pandemia di Covid-19″, spiega Gismondo, “ha causato danni che si manterranno per anni: giovani depressi, economia a pezzi, adulti con la ‘sindrome della capanna’“. “Il pensiero espresso da Giorgia Meloni“, aggiunge, “coincide con quanto da me sostenuto in questi anni“.
Nel corso del suo intervento al comizio di fine campagna elettorale, Giorgia Meloni è stata categorica nell’attaccare il ministro della Salute e le scelte da lui adottate in questi due anni, allontanando l’eventualità che una gestione del genere possa ripetersi in futuro. “Non accetteremo più che l’Italia sia l’esperimento dell’applicazione del modello cinese a un paese occidentale“, ha affondato la Meloni. “Il modello Speranza ci ha regalato una nazione che aveva le più grandi restrizioni e allo stesso tempo i più alti dati di contagio e di mortalità. Non piegheremo più le nostre libertà fondamentali a questi apprendisti stregoni. Difenderemo il diritto alla salute insieme ai valori fondamentali della nostra civiltà“, ha concluso.
Altri punti di vista
Ma c’è anche chi è di parere contrario. L’immunologo Mauro Minelli si è espresso contro il “modello Speranza“. “L’utopia del modello cinese è certamente finita, dopo essere miseramente fallita, questo non ha bisogno di ricordarcelo nessuno, tantomeno da un palco di comizio“, dichiara il responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata. “Possiamo invece tracciare una croce definitiva su ciò che è stato e riprendere in mano la scienza senza tuttavia pretese di infallibilità”. “Il prossimo Governo, quale che sia, dovrà operare nella direzione del dialogo tra i vari settori del sistema sanitario pubblico con i diversi rami di specializzazione capaci di interfacciarsi, senza apodittiche centralizzazioni e senza esasperati decentramenti“, suggerisce Minelli.