“La situazione eccezionale in cui versa il mercato del gas dell’Ue potrebbe giustificare un intervento normativo” e “un approccio” generalizzato sulle importazioni “avrebbe maggiori possibilità di essere concordato e attuato” in Ue “e potrebbe essere più efficace” dell’introduzione di un price cap limitato al gas russo. Quest’ultimo è inteso, ovviamente, come sanzione in seguito al conflitto in Ucraina.
E’ quanto si legge in uno studio pubblicato dalla Florence School of Regulation, centro di eccellenza europeo in materia di regolamentazione dei mercati nel settore energia e clima. Nel policy brief, gli esperti propongono una strategia per l’attuazione del tetto massimo al prezzo del gas nell’Ue basata su due elementi principali: l’adozione di misure per ridurre il prezzo del gas di gasdotto scambiato nell’Ue e l’approvvigionamento, sul mercato globale, di eventuali volumi aggiuntivi di Gnl richiesti nell’Ue attraverso aste organizzate da un acquirente unico (o dai Gestori dei sistemi di trasmissione, Tso).
La riduzione del prezzo da gasdotto, precisa ancora il rapporto, potrebbe essere ottenuta mediante la combinazione di due misure: la prima riguarda l’utilizzo delle funzionalità tecniche impiegate dalle borse del gas, come gli Interval Price Limits della Borsa Intercontinentale, a cui applicare una regolamentazione per orientare al ribasso i prezzi; e la seconda si basa sul ruolo di bilanciamento dei Tso e su un mandato regolamentare ad acquistare e vendere qualsiasi quantità di gas di bilanciamento a un prezzo o una fascia di prezzo predefiniti.