Energia, Ue: “il prossimo inverno sarà ancora più duro, avanti su corridoi del gas”

L’Ue: “la richiesta del price cap al gas è legittima ma radicale, nuove proposte sui prezzi dell’energia entro il 6 ottobre”
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Questo inverno per noi non sarà facile e il prossimo sarà ancora più duro“, ha detto il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio straordinario Energia, condividendo la “preoccupazione” espressa oggi dai ministri. I governi, ha spiegato, nutrono “diverse preoccupazioni“, tra le quali “i prezzi elevati” e “la sicurezza delle forniture”. 

Abbiamo ricevuto oggi dai Paesi membri 27 proposte molto complesse” e su alcuni punti “c’è un consenso più ampio, tra questi quello di usare bene il nostro potere negoziale. Andremo avanti con questo, e cercheremo di negoziare bene corridoi del gas, non di un prezzo fisso, che ci permetterà di portare giù i prezzi per i nostri consumatori“, ha detto Simson. 

L’introduzione di “un tetto del prezzo del gas all’ingrosso è un’opzione legittima, ma richiede un intervento radicale sul mercato, che richiede diverse condizioni non negoziabili che dovranno essere attuate prima che entri in funzione. Prima fra tutte, un impegno vincolante degli Stati membri a risparmiare gas oltre il 15% deciso dall’attuale piano di riduzione”. Con i Paesi membri, ha riferito Simson, “abbiamo convenuto che ci forniranno ulteriori input” e “da parte della Commissione abbiamo anche espresso la nostra disponibilità a sviluppare un cap per il prezzo del gas utilizzato nella produzione di elettricità.  

Il gas di gasdotto per l’Europa copre i due terzi del nostro consumo di gas. Ma quest’inverno avremo anche bisogno di ogni molecola di Gnl che possiamo proteggere. Dovremmo quindi guardare anche al mercato globale del Gnl. I prezzi nell’Ue sono oggi notevolmente più elevati che in Asia o altrove. Ciò è in parte spiegato dalla natura del principale benchmark di riferimento, il Ttf, che può aggiungere fino al 30% del prezzo del gas. Questo è a mio avviso un settore chiave da affrontare. Abbiamo avviato i lavori per sviluppare un indice dei prezzi Ue complementare che rifletta meglio la realtà energetica di oggi e non gonfia artificialmente i prezzi“, ha detto ancora Simson.  

Nuove proposte sui prezzi dell’energia entro il 6 ottobre 

Sulla base delle indicazioni” offerte dai ministri europei dell’Energia, la Commissione europea “svilupperà le idee” per abbassare i prezzi dell’energia “prima del Consiglio europeo della prossima settimana“, in programma a Praga il 6 e 7 ottobre. “Questo lavoro sarà alla base di una proposta legislativa che presenteremo in tempi celeri”, ha aggiunto Simson. 

Ue, accordo sulle misure contro il caro energia  

I ministri dell’Energia dell’Ue hanno raggiunto un accordo su un primo pacchetto di proposte per affrontare i prezzi elevati dell’energia: taglio dei consumi, tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. Lo comunica la presidenza ceca dell’Ue.  

Per il taglio ai consumi si prevede sia del 10% della domanda di elettricità, con una quota del 5% nelle ore di punta, tra dicembre 2022 e marzo 2023. Spetterà agli Stati membri individuare una fascia di consumi pari al 10% della giornata nella quale si raggiungerà il picco della domanda di elettricità tra il primo dicembre 2022 e il 31 marzo 2023. Durante le fasce orarie individuate, gli Stati dovranno ridurre la domanda con le misure che i singoli governi ritengono più appropriate.  

Sugli extra-ricavi si prevede un tetto di 180 euro a megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti a basso costo come rinnovabili, nucleare e carbone. “Tali operatori hanno realizzato guadagni finanziari inaspettatamente ingenti negli ultimi mesi senza che i loro costi operativi aumentassero“, ha spiegato il Consiglio Ue in riferimento ai cosiddetti extraprofitti. “Ci è dovuto al ruolo del carbone e del gas come fonti marginali di determinazione dei prezzi che attualmente gonfiano il costo finale dell’elettricità” a prescindere dalla fonte energetica utilizzata dai produttori.  

Gli Stati hanno poi deciso di fissare un contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio sui profitti delle aziende nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e delle raffinerie. Il contributo sarà calcolato sugli utili imponibili, determinati dalle norme fiscali nazionali nell’anno fiscale che inizia nel 2022 e/o nel 2023, che superano un aumento del 20% del precedente utile imponibile medio annuo a partire dal 2018. Il contributo di solidarietà si applicherà oltre alle normali tasse e imposte previste negli Stati membri. I governi utilizzeranno i proventi del contributo di solidarietà per fornire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese e per mitigare gli effetti degli elevati prezzi al dettaglio dell’elettricità.  

Tutte le misure approvate dai ministri sono di natura temporanea e straordinaria e si applicheranno dal primo dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, con gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici da applicare fino al 31 marzo 2023.  

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