E’ fuga dalla Russia. Dopo le dichiarazioni rilasciate ieri da Vladimir Putin, e soprattutto dopo la chiamata alle armi invocata dal presidente russo, i cittadini stanno fuggendo riducendo di fatto la popolazione russa ad un colabrodo. I confini con Georgia, Finlandia, Mongolia e Kazakistan sono saturi di persone che, con mezzi propri, scappano dal rischio di chiamata alle armi per persone tra i 18 e i 65 anni.
C’è anche chi tenta di fuggire in aereo, ma le speculazioni delle compagnie aeree non si sono fatte attendere: un biglietto con Azerbaijan Airlines, destinazione Istanbul, costa oltre i mille euro. Per andare a Dubai, invece, ci vogliono circa 5000 dollari. E non sono i prezzi più alti. Alcune compagnie hanno alzato i prezzi dei voli a 8 mila euro per la classe economica. Ma non è bastato questo e fermare chi vuole scappare il prima possibile: i biglietti per questo volo sono già esauriti, come quelli per Antalya, Tbilisi e Ierevan. Questo perché Turchia, Georgia e Armenia sono tra i pochi Paesi che i cittadini russi possono ancora raggiungere con relativa facilità.
Finlandia: aumentato l’ingresso dei russi dal confine orientale
“Nella notte è aumentato il traffico al confine orientale della Finlandia, con la Russia, in termini di traffico in ingresso nel Paese“. E’ quanto annunciato dalla Guardia di frontiera finlandese, Rajavartiolaitos. Segnalato anche “un aumento rispetto alle settimane precedenti“, ma “la situazione è sotto controllo da parte delle autorità“. Il responsabile della Guardia di frontiera finlandese, Matti Pitkäniitty, ha precisato che ieri tramite il confine orientale sono entrati in Finlandia 4.824 russi. Non sono servite dunque le parole distensive di Vladimir Putin, il quale ha tenuto a precisare che la mobilitazione è solo parziale, e riguarda i riservisti. Ma parliamo di ben 300.000 riservisti russi, il che ha fatto fallire la strategia di Putin facendo di fatto spopolare il suo paese. I cittadini temono che la guerra in Ucraina possa ‘inghiottirli’ in un tunnel senza via d’uscita.
Proteste in 38 città contro la mobilitazione parziale, oltre 1.300 fermi
Le forze dell’ordine russe hanno fermato 1.311 persone ieri sera durante le proteste proclamate in seguito all’annuncio della mobilitazione parziale del presidente Putin. Secondo quanto riferisce l’organizzazione non governativa Ovd, le proteste si sono svolte in 38 città russe e sono durate sino a tarda notte.