Gas: nessuna decisione sul tetto del prezzo al vertice UE

Nessuna decisione né accordo sul tetto al prezzo del gas europeo, fortemente sostenuto dall'Italia
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Prosegue il braccio di ferro con la Russia sulle forniture di gas, così come la crisi energetica in Europa: non è stata presa alcuna decisione di fatto sul tetto al prezzo del gas europeo, fortemente sostenuto dall’Italia. In occasione del vertice straordinario, i Ministri Ue dell’Energia non hanno raggiunto un accordo in merito ma hanno dato mandato alla Commissione europea di presentare interventi di emergenza e temporanei (incluso il price cap) entro metà settembre.

Non tutti i Paesi sono in accordo sulle modalità: l’intesa è ancora lontana. Quindici Stati, secondo il Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani si sono però pronunciati a favore di un tetto generalizzato, sposando la proposta italiana.

Secondo Cingolani, al vertice dei Ministri dell’Energia si è raggiunto “un grande risultato: i 27 Paesi hanno chiesto alla Commissione di elaborare entro settembre un piano che includa anche il price cap,” ha spiegato in un’intervista a Repubblica. “Forse faremo in tempo con questo governo in carica a fare il secondo round, altrimenti passerò il testimone, e i relativi dati, al mio successore. Ma adesso la cosa è ben avviata“. Il vertice europeo sarebbe stato un fallimento “se avesse bocciato il price cap. Invece, anche grazie al nostro lavoro preparatorio, è accaduto il contrario: è stato dato un mandato alla Commissione in tal senso. Opzione che ha visto 15 Paesi schierarsi chiaramente a favore. Non si poteva ottenere più di questo. La Commissione potrebbe anche occuparsene più avanti, ma comunque entro settembre“. Il documento dell’altro giorno “non è stato messo ai voti. Ogni ministro si è espresso, e mentre alcune dichiarazioni sono state esplicitamente favorevoli, altre hanno espresso dubbi, altre ancora, in particolare quelle dei Paesi più dipendenti dal gas russo, sono state esplicitamente contrarie“. Il ministro tedesco Habeck “condivide il price cap in linea di principio, ma il suo governo vuole valutare fino in fondo se non rischia di penalizzare qualcuno dei Paesi membri“.

Secondo Cingolani mettere un tetto solo al gas russo “non ha senso. Ormai in Europa ne arriva in quantità assai ridotte, rispetto a prima del conflitto. E comunque va dato un segnale a tutti i produttori. L’Europa importa i tre quarti del gas naturale che finisce in gasdotto: è giusto che, come maggior compratore mondiale, contribuisca a definire il prezzo, per tutelare imprese e cittadini. Continueremo a lavorare anche nei prossimi giorni per dare al price cap generalizzato una maggioranza qualificata“. Per il Ministro, in Italia “più che di razionamenti si dovrebbe discutere di rigassificatori. Con la diversificazione dei fornitori abbiamo già dimezzato la dipendenza dalla Russia. Se metteremo in funzione il primo rigassificatore all’inizio del 2023 la dimezzeremo ulteriormente. E con il secondo rigassificatore nel 2024 raggiungeremo l’indipendenza“.

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