“Sul costo del gas, continuiamo a lavorare su risposte adatte a un mercato globale“. Lo scrive su Twitter il Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, all’indomani della riunione straordinaria dei Ministri dell’Energia dei Ventisette, che hanno dato mandato a Bruxelles di elaborare nuove proposte per fare fronte al caro energia, tra cui un price cap alle importazioni di gas in Ue. I Paesi sono divisi tra chi, come l’Italia, vorrebbe un tetto generalizzato, e chi limitato alle forniture russe. “L’obiettivo è garantire prezzi più bassi in Europa e al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento”, precisa von der Leyen.
Nel corso del fine settimana, la Commissione Europea è indaffarata a perfezionare il pacchetto di proposte che il collegio dei commissari licenzierà martedì 13 settembre negli uffici di Strasburgo, a margine della sessione plenaria del Parlamento Europeo. Von der Leyen riferisce di avere accolto “con favore il sostegno generale” espresso ieri dai Ministri al disegno legislativo pre-annunciato già mercoledì scorso e di essere al lavoro con i suoi commissari “per affrontare i prezzi alle stelle e dare sollievo agli europei”.
Il focus del lavoro di questi giorni, spiega il Pesidente, è “la riduzione della domanda”, con una proposta sul taglio dei consumi di elettricità del 10%, di cui il 5% nelle ore di punta; i “contributi del settore energetico a sostegno delle famiglie e delle imprese vulnerabili“, attraverso un tetto ai ricavi inframarginali delle compagnie che producono elettricità da fonti a basso costo diverse dal gas (come le rinnovabili) e un contributo di solidarietà per le società che lavorano i combustibili fossili da redistribuire ai consumatori; il “supporto alla liquidità delle utilities” alle prese con la volatilità del mercato, con nuova flessibilità sugli aiuti di Stato; e “l’accelerazione del RePowerEu“, il maxi-piano energetico presentato a maggio per tagliare la dipendenza da gas, petrolio e carbone russi il prima possibile attraverso il risparmio, la diversificazione e gli investimenti nelle rinnovabili.
La discussione sul price cap al gas segue invece un percorso separato con diverse soluzioni allo studio. Il fronte per un tetto generalizzato a tutte le importazioni, guidato dall’Italia, conta Paesi Baltici, Belgio, Grecia, Polonia, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Cipro, Svezia, Malta, Irlanda e Romania. La Francia e la Danimarca, invece, vorrebbero limitarsi al gas russo. Restie la Germania e l’Olanda; mentre sono manifestamente contrarie a un cap di qualunque tipo Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per adottare il provvedimento è necessaria una doppia maggioranza: almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione.