Giappone, perforata faglia per studiare i terremoti: possibile tsunami nei prossimi 50 anni

Sebbene la faglia perforata stia attualmente subendo uno stress tettonico inferiore al previsto, secondo i ricercatori nei prossimi 50 anni potrebbe causare un evento associato ad uno tsunami catastrofico
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Si tratta della più profonda perforazione scientifica oceanica mai realizzata fino a questo momento. Un evento che ha fatto luce sullo stress tettonico nella zona di subduzione di Nankai in Giappone, trovandolo inferiore a quanto previsto. Ad effettuare lo studio sono stati i ricercatori dell’Università del Texas ad Austin e dell’Università di Washington.

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista ‘Geology‘, aprono la strada ad altri quesiti, dato che la faglia produce un grande terremoto quasi ogni secolo e si pensava si stesse preparando per un evento forte e importante. “Questo è il cuore della zona di subduzione, proprio sopra il punto in cui la faglia è bloccata, dove ci si aspettava che il sistema immagazzinasse energia tra i terremoti“, ha dichiarato Demian Saffer, direttore dell’Istituto di Geofisica dell’Università del Texas (Utig), che ha co-guidato la missione di ricerca e scientifica che ha perforato la faglia. “Cambia il modo in cui pensiamo allo stress in questi sistemi“.

Nessun segno di stress

Nonostante la faglia di Nankai sia rimasta bloccata per decenni, lo studio ha rivelato che non mostra ancora segni importanti di stress tettonico represso. Secondo Saffer, tutto questo non modifica le prospettive a lungo termine per la faglia, che si è rotta l’ultima volta nel 1946, causando tra l’altro uno tsunami che ha ucciso migliaia di persone, e si prevede che l’evento si ripeterà nuovamente nei prossimi 50 anni.

A differenza delle previsioni, però, lo stress orizzontale previsto per l’aumento del terremoto più recente era prossimo allo zero, come se avesse già rilasciato la sua energia repressa. Secondo i ricercatori le spiegazioni sono diverse: potrebbe essere che la faglia abbia semplicemente bisogno di meno energia repressa di quella pensata per scivolare in un grande terremoto, o che le sollecitazioni siano in agguato più vicino alla faglia di quanto non abbia raggiunto la perforazione.

Un’altra alternativa è che la spinta tettonica sulla faglia arriverà all’improvviso nei prossimi anni. In ogni caso, i ricercatori hanno affermato che la perforazione ha messo in evidenza la necessità di ulteriori indagini e monitoraggio a lungo termine della faglia. Gli attuali risultati, intanto, aiuteranno gli scienziati a capire il legame tra le forze tettoniche e il ciclo del terremoto e potenzialmente porteranno a migliori previsioni dei terremoti, sia a Nankai che in altre faglie.

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