L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di aritmia nei giovani: lo studio

Secondo i risultati di un nuovo studio, il particolato atmosferico potrebbe provocare un aumento del rischio di ritmi cardiaci irregolari negli adolescenti sani
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In un nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti cardiovascolari negativi nei giovani e negli adolescenti esposti all’inquinamento atmosferico. Nello studio, condotto dagli scienziati del Penn State College of Medicine di Hershey, il team, guidato da Fan He, ha considerato i dati relativi alla salute di 322 adolescenti, con un’età media di 17 anni e che avevano partecipato al Penn State Child Cohort, un’indagine condotta tra il 2002 e il 2006, volta a monitorare le condizioni di salute di bambini e ragazzi. 

Secondo i risultati dello studio, pubblicato sul Journal of American Heart Association, il particolato atmosferico potrebbe provocare un aumento del rischio di ritmi cardiaci irregolari negli adolescenti sani. 

Nel periodo di follow-up, gli studiosi hanno misurato l’esposizione al particolato fine e i tracciati dell’elettrocardiogramma dei volontari tramite holter. Il gruppo di ricerca ha osservato una concentrazione media di PM 2,5 di circa 17 microgrammi per metro cubo di aria (g/m 3) al giorno, notevolmente inferiore rispetto alle soglie limite stabilite dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA). Stando a quanto emerge dall’indagine, il 79% dei partecipanti aveva mostrato almeno un episodio di aritmia nell’arco delle 24 ore di monitoraggio. In particolare, gli esperti hanno notato un aumento del 5% nel numero di contrazioni ventricolari anticipate nelle due ore immediatamente successive all’esposizione per ogni incremento di 10 g/m 3 di PM 2,5.  

“Sebbene relativamente rari – afferma He – i ritmi cardiaci irregolari possono portare a morte cardiaca improvvisa negli adolescenti e nei giovani adulti che non soffrono di particolari problematiche. I nostri risultati collegano l’inquinamento atmosferico a un rischio più elevato di aritmia ed evidenziano che il particolato può contribuire al pericolo di morte cardiaca improvvisa tra i ragazzi in salute“. 

Identificare i fattori di rischio reversibili è fondamentale per ridurre il pericolo di sviluppare difficoltà per la salute. “Questi risultati sono allarmanti – commenta He – perché non ci aspettavamo un impatto così significativo dell’inquinamento atmosferico sulle aritmie cardiache, specialmente in condizioni considerate ‘sicure’ dalle normative attuali. Le autorità sanitarie dovrebbero promuovere l’adozione di misure di protezione mirate e volte a proteggere la salute cardiovascolare dei giovani. Potrebbe essere opportuno, ad esempio, incoraggiare i ragazzi a indossare una mascherina e ad evitare attività fisiche vigorose in caso di esposizione al particolato fine”.  

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