La NASA ci riprova: oggi il lancio della missione Artemis 1 verso la Luna

Oggi il secondo tentativo di lancio per la missione Artemis 1, che farà da apripista al ritorno dell'uomo sulla Luna
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La NASA tenterà oggi, per la seconda volta, il lancio della missione Artemis 1 verso la Luna. Il gigantesco razzo Space Launch System (SLS), progettato per essere più potente del Saturn V della NASA, lancerà la capsula spaziale Orion senza equipaggio. Sarà un volo di prova che fungerà da apripista per il programma Artemis della NASA che ha l’obiettivo di riportare gli astronauti sulla Luna entro il 2025. Il decollo è ancora previsto alle 20:17 (ora italiana) dal Pad 39B al Kennedy Space Center della NASA. Prevista una finestra di lancio di 2 ore. 

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Come volo apripista per le future missioni lunari, Artemis 1 testerà lo scudo termico di Orion per assicurarsi che possa sopravvivere alle temperature di rientro di 2.800°C al ritorno dalla Luna, a 40mila km/h. La NASA intende anche assicurarsi che SLS porti Orion nella sua orbita lunare per vedere come si comporta nello spazio profondo il veicolo spaziale, che ha un modulo di servizio costruito da Airbus e fornito dall’Agenzia Spaziale Europea. La NASA recupererà poi la capsula dopo lo splashdown nell’Oceano Pacifico per valutarne lo stato: trasporterà oltre 1.000 sensori per registrare ogni aspetto del volo. 

Nel punto più lontano dalla Terra, Orion sarà a 466mila km dal nostro pianeta e 64mila km oltre la Luna, divenendo la capsula per equipaggio andata più lontano in assoluto (battendo un record stabilito dall’equipaggio dell’Apollo 13 nel 1970). La sua missione è molto più lunga dei 10 giorni previsti per un volo con equipaggio, ha affermato la NASA. Impiegherà circa una settimana per raggiungere l’orbita lunare. Vi rimarrà per circa un mese prima di tornare sulla Terra. 

Nonostante la sua lunghezza, la missione dovrebbe completare solo un’orbita e mezza della Luna mentre vola in un’orbita lunga e circolare nella direzione opposta al percorso della Luna attorno alla Terra. Quella “orbita retrograda distante” porterà Orion a una distanza di circa 97 km e fino a 64mila km, hanno affermato i responsabili della missione. 

All’interno di Orion c’è un manichino, “Moonikin“, vestito con tuta spaziale, e torsi umanoidi coperti da sensori per misurare l’ambiente di radiazione che gli astronauti di Artemis dovranno affrontare. Forse il test più importante sarà il rientro, quando Orion impatterà con l’atmosfera terrestre. Il veicolo verrà spinto ai limiti, e oltre, sollecitato il più possibile per prepararlo a proteggere, in futuro, un equipaggio. 

Inoltre, la missione Artemis 1 include 10 piccoli CubeSat che hanno lo scopo di testare le tecnologie per l’esplorazione dello spazio profondo e non solo: uno studierà un asteroide, ma la maggior parte si concentrerà sulla Luna, effettuando misurazioni, mappando la superficie e la presenza di acqua. 

Se la missione Artemis 1 verrà completata con successo, seguirà Artemis 2, un volo con equipaggio che lancerà 4 astronauti in una missione di sorvolo intorno alla Luna nel 2024. Se la missione Artemis 2 andrà bene, la NASA spera di procedere con il suo primo sbarco sulla Luna con equipaggio del XXI secolo con Artemis 3, nel 2025.  

Ma l’importanza di Artemis 1 non risiede solo nell’obiettivo di tornare sulla Luna ma anche in quello di creare i primi avamposti che serviranno come trampolino di lancio e banco di prova per l’esplorazione di mondi più lontani, primo tra tutti Marte. 

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