Nord Stream: la Marina rafforza la sorveglianza dei gasdotti

La Marina deve intercettare attività sospette di mezzi con identità ignota o non autorizzati
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Dopo le perdite al gasdotto Nord Stream, l’allerta si è alzata: la Marina Militare ha dispiegato 500 militari, in azione per la vigilanza e il pattugliamento di ogni zona a rischio, tra cui il Canale di Sicilia.

Sotto sorveglianza Trasmed, il gasdotto che collega l’Algeria tramite la Tunisia, Greenstreem, che garantisce la connessione con la Libia, Tap, che assicura il flusso del gas dall’Europa orientale e corre sotto l’Adriatico, in prossimità del canale d’Otranto, tra le coste pugliesi e quelle dell’Albania. La Marina deve intercettare attività sospette di mezzi con identità ignota o non autorizzati dallo Stato di appartenenza, con ricognizione sistematica dei fondali dove passano i gasdotti.

Dispiegati anche gli specialisti del Comsubin e i cacciamine dotati di sonar e di Rov (remotely operated vehicles), veicoli filoguidati subacquei dotati di sistemi acustici e telecamere, che possono arrivare fino a 2mila metri di profondità.

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