“L’Occidente collettivo” vuole distruggere la Russia come già ha fatto con l’Unione Sovietica ma la Russia, “quando la sua integrità territoriale è minacciata, usa tutti i mezzi a disposizione, questo non è un bluff“: in un discorso alla nazione annunciato per ieri sera, poi rinviato e andato in onda stamattina, il presidente russo Vladimir Putin ha alzato il livello dello scontro in Ucraina e con l’Occidente che la sostiene e fornisce armi.
Putin ha confermato che Mosca intende riconoscere i referendum in agenda dal 23 settembre e che in pratica il piano è di procedere con l’annessione delle repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk, delle regioni di Kherson e parte di Zaporizhzhia, nel Sud ucraino.
Il capo del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale, che per ora riguarderà solo le riserve: 300mila uomini, secondo il ministro della Difesa Sergey Shoigu.
“L’obiettivo dell’Occidente è indebolire, dividere e quindi distruggere il nostro Paese, lo dicono chiaramente che nel 1991 sono stati in grado di spezzare l’Unione Sovietica e adesso è arrivato il momento anche per la Russia, che dovrebbe frantumarsi in tante regioni,” ha affermato Putin, che ha evocato anche il possibile uso dell’arma nucleare. “Ci sono alcuni Stati Nato che discutono di possibilità e ammissibilità dell’uso delle armi di distruzione di massa, armi nucleari contro la Russia“, ha dichiarato. “A chi si concede simili affermazioni sulla Russia, voglio ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e in alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi Nato“.
Putin ha poi fato allusioni alla centrale nucleare ucraina di Zaporizizhia, occupata dai russi: a chi cerca di ricattare la Russia con armi nucleari, il presidente ha ricordato che “la rosa dei venti potrebbe girare nella loro direzione“.