La scuola che insegna a prevenire calamità naturali (e a salvare l’economia)

Un gruppo di scienziati e ricercatori hanno dato vita a REDI (Reducing Risks of natural DIsasters), un centro di ricerca, innovazione e formazione
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Alluvioni, ondate di calore sempre più frequenti, incendi, terremoti, e anche emergenze sanitarie come quella del Covid-19, sfociata in una pandemia e ancora non del tutto conclusa. La lista dei pericoli appena elencata non è esaustiva, ma rappresenta almeno in parte la mappa del rischio italiano. Ma c’è un modo per prevenire o gestire questi pericoli in modo coordinato, coeso e tempestivo? E cosa può fare la ricerca accademica? Hanno provato a dare una risposta a queste domande il gruppo di scienziati e ricercatori che hanno dato vita a REDI (acronimo inglese di Reducing Risks of natural DIsasters) un centro di ricerca, innovazione e formazione la cui missione è quella di contribuire allo sviluppo di ricerche interdisciplinari per migliorare la preparazione e la risposta ai disastri da parte delle comunità, diminuendone il tempo di recupero e ripresa.

Per la prima volta, REDI propone una scuola innovativa e multidisciplinare che radunerà circa venti studenti e altrettanti professori ed esperti a Camerino (Macerata) dal 26 al 30 settembre.

Il training multidisciplinare sarà una vera “palestra” destinata a dottorandi e ricercatori che ha come obiettivo quello di formare nuove menti capaci di gestire al meglio situazioni potenzialmente molto dannose. Il programma e la scuola sono stati messi a punto dai fondatori del consorzio REDI – l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, il Gran Sasso Science Institute, l’Università di Camerino (sede della scuola) – in collaborazione con la Banca d’Italia. Tanti i temi che saranno affrontati con seminari, analisi di case studies e laboratori. Tra questi la pericolosità degli eventi naturali; la vulnerabilità degli edifici, delle infrastrutture e del patrimonio storico-artistico, oltre alla valutazione del rischio e delle conseguenze socioeconomiche dei disastri e la ricostruzione post evento. Una contaminazione orizzontale di discipline, che comprende l’ingegneria, la pianificazione urbana e territoriale, le scienze della terra, della vita, dell’ambiente a quelle della salute, sino alle discipline sociali ed economiche.

Gli eventi sismici del 2016 hanno interessato in modo drammatico il territorio appenninico del centro Italia già caratterizzato da dinamiche demografiche ed economiche che ne stavano determinando il veloce abbandono – aggiunge Graziano Leoni, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Prorettore vicario di UNICAM e membro del comitato organizzativo REDI, – Tenere questa scuola a Camerino significa entrare all’interno di un caso di studio significativo, nel quale la pericolosità del sito, la fragilità del patrimonio costruito ed il suo inestimabile valore storico-paesaggistico determina una condizione di rischio elevatissimo”.

L’Italia è uno dei paesi europei maggiormente colpiti da una serie variegata di disastri naturali come terremoti, alluvioni o ancora trombe d’aria – spiega Marco Modica, professore associato in Economia applicata al GSSI e componente del comitato organizzativo REDI – nella gestione dei disastri, ad ogni modo, la mancanza di una visione integrata e multidisciplinare si riverbera necessariamente sulla capacità di affrontare i rischi, e ciò necessariamente aumenta il potenziale dannoso di questi eventi estremi, come la recente crisi pandemica ha dimostrato in ambito sanitario. L’obiettivo della scuola di formazione è quindi quello di colmare questo gap al fine di dare una visione globale di tutta la gestione del rischio, integrando informazioni e conoscenze di discipline anche molto distanti tra loro”.

Gli studenti avranno la possibilità di approcciare discipline e temi che raramente fanno parte della formazione specialistica della singola disciplina di dottorato, o di espandere il campo di conoscenze della propria attività di ricerca. I docenti porteranno le proprie conoscenze ed esperienze, anche quelle fatte sul campo nell’ambito della gestione delle emergenze, della comunicazione del rischio e della ricostruzione post sisma del 2016″, conclude Lucia Luzi, direttrice della sezione INGV di Milano e coordinatrice della scuola REDI.

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