Centoquaranta anni dopo la scoperta di un antico teschio, i ricercatori sono riusciti a ricostruire il volto della persona a cui apparteneva. Si tratta di un essere umano vissuto circa 31.000 anni fa. Il teschio – chiamato Mladeč 1 – è stato trovato sepolto all’interno di una grotta a Mladeč, un villaggio nell’attuale Repubblica Ceca. Si ritiene che il teschio sia uno dei più antichi Homo Sapiens scoperti in Europa.
I ricercatori hanno datato il cranio a circa 31.000 anni fa e, inizialmente, erano convinti che appartenesse ad un maschio. Una nuova ricerca ha dimostrato però di una donna, che aveva circa 17 anni al momento della morte. La giovane visse durante il Paleolitico superiore (da 43.000 a 26.000 anni fa circa). I risultati sono stati pubblicati dai ricercatori in un nuovo libro online dal titolo “The Forensic Facial Approach to the Skull Mladeč 1“. Lo studio è stato scritto da Cicero Moraes, designer 3D con Arc-Team Brazil, Jiří Šindelář, della società GEO-CZ nella Repubblica Ceca e Karel Drbal, vicedirettore dell’amministrazione delle grotte della Repubblica ceca.
Le prime analisi sull’antico teschio
Il fossile di Mladeč 1 è stato trovato senza mascella e con un certo numero di denti mancanti. I ricercatori hanno quindi dovuto prima eseguire l’approssimazione facciale, e poi completare il cranio per poter ricostruire il viso. “Quando il cranio è stato analizzato individualmente, i lineamenti indicavano un maschio“, ha detto Moraes al sito Web di Live Science. “Ma quando studi successivi hanno confrontato il teschio con altri trovati nel sito, le prove hanno indicato una femmina“.
Lo scavo originale nel luogo di sepoltura ha anche portato alla luce strumenti in pietra, punte di osso e denti, ma si sa poco di più della donna che vi fu sepolta.
Dopo Parigi, in Repubblica Ceca il secondo ossario più grande d’Europa
Brno, in Repubblica Ceca, a poco più di un’ora di distanza in automobile da Mladeč, conserva il secondo ossario più grande d’Europa. Si stima che il numero di persone sepolte qui superi le 50.000.
C’era un cimitero presso la Chiesa di San Giacomo (il sito ora è Jakubské náměstí, o Piazza San Giacomo) già all’inizio del XIII secolo. Come molti altri sagrati, il suo insediamento all’interno delle mura cittadine ne impedì in seguito l’ampliamento. La capacità del cimitero divenne rapidamente insufficiente per le esigenze della città in crescita e dovette essere adottato uno speciale sistema di sepoltura in cui le tombe venivano aperte da 10 a 12 anni dopo la sepoltura. Da qui i resti venivano rimossi per fare spazio a un altro corpo nella tomba. I resti delle tombe originarie furono spostati in speciali aree sotterranee, chiamate ossari. Anche questi, per, si riempirono rapidamente a causa delle frequenti epidemie di peste e colera.
Le riforme introdotte da Giuseppe II nel 1784 portarono alla chiusura dei cimiteri per motivi igienici. I resti delle tombe furono trasferiti in una cripta e il muro del sagrato fu demolito. L’area intorno alla chiesa fu lastricata con le antiche lapidi.
Oggi l’Ossario presso la Chiesa di San Giacomo è un’attrazione per i turisti oltre che un luogo di venerazione. Il tour è molto suggestivo, grazie anche al sottofondo musicale composta appositamente per questo luogo inquietante e misterioso.