Archeologia: a Grado emersi due relitti di epoca romana

I resti del primo relitto, denominato Grado 6, sono emersi nella laguna di Grado a luglio durante un monitoraggio ad opera dei Carabinieri subacquei del Nucleo di Genova
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Due relitti di epoca romana, trovati ad una distanza di 2 km, uno in laguna e l’altro in mare, sono stati scoperti a Grado (Gorizia). L’attività fa parte di una serie di controlli dei siti archeologici sommersi, portata a termine dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine. I reperti sono stati poi analizzati dagli archeologi dell’ateneo del Friuli.

Lo hanno reso noto oggi i protagonisti della scoperta. I reperti testimoniano quello che doveva essere il sistema portuale diffuso della metropoli di Aquileia. Lo scalo gradese costituiva una cerniera tra le rotte marine e le acque interne fluvio-lagunari dell’arco adriatico. “Queste eccezionali scoperte frutto della collaborazione tra la Soprintendenza, l’Arma dei Carabinieri e il nostro ateneo – ha detto il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pintonconfermano la straordinaria ricchezza culturale del Fvg“.

I resti del primo relitto, denominato Grado 6, sono emersi nella laguna di Grado a luglio durante un monitoraggio ad opera dei Carabinieri subacquei del Nucleo di Genova, la Motovedetta in forza alla Stazione di Grado. I militari sono stati coadiuvati dal personale tecnico della Soprintendenza e con la consulenza scientifica dell’Università di Udine.

Durante una campagna di approfondimento avviata nei giorni successivi, gli archeologi subacquei dell’ateneo hanno potuto osservare che dalla gengiva del canale di accesso alla laguna di Grado affioravano alcune costole portanti dello scafo, lungo un allineamento di oltre 12 metri. Con una pulizia a mano è stato possibile portare alla luce anche altre parti dello scafo, in cui è visibile l’assemblaggio tipico dell’epoca romana. Conclusa questa attività, la Soprintendenza e l’Università hanno verificato un altro sito segnalato nel 2019 nello spazio acqueo antistante il lungomare di Grado.

La verifica autoptica da parte degli archeologi subacquei dell’Università di Udine ha consentito di determinare la presenza di un nuovo relitto (chiamato Grado 5), costituito da alcuni elementi dell’ossatura dello scafo riconducibili alla fiancata di una nave. Per questo secondo reperto è stato possibile fornire una indicazione cronologica più precisa grazie al previo rinvenimento nello stesso sito di un’anfora del tipo Lamboglia 2 arcaico, che colloca il naufragio tra la fine del II e gli inizi del I secolo avanti Cristo.

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